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La protesta di Greenpeace contro il TTIP a Roma

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Nella giornata nazionale di mobilitazione contro il trattato transatlantico, l'Ong ambientalista ha appeso lo striscione "Yes we can stop TTPI!" dalla terrazza del Pincio

COMUNICATO GREENPEACE SU TPI — Greenpeace ha inaugurato oggi la giornata di mobilitazione nazionale contro il TTIP (Partenariato Transatlantico sul Commercio e gli Investimenti), aprendo dalla terrazza del Pincio a Roma un grande striscione che raffigura Obama e la scritta “Yes we can stop TTIP!”. Il TTIP è una minaccia per la democrazia, la protezione dell’ambiente, gli standard di sicurezza sulla salute, le condizioni dei lavoratori, a tutto vantaggio delle multinazionali, a cui verrebbe dato un potere senza precedenti.

S&D

Milioni di persone si sono già mobilitate in tutta Europa per fermare questo accordo, scegliendo di difendere gli standard comunitari sulla sicurezza del cibo, sull’uso di sostanze tossiche, sull’assistenza sanitaria e sui diritti dei lavoratori. Per questo, nell’ambito della mobilitazione nazionale, a Roma questo pomeriggio circa 300 organizzazioni daranno vita a un grande corteo che partirà alle 14 da Piazza della Repubblica, per terminare in Piazza San Giovanni.

«È necessario uno stop immediato ai negoziati sul TTIP, ed è l’ora della trasparenza», dichiara Federica Ferrario, responsabile campagna Agricoltura di Greenpeace Italia. «Chiediamo che vengano immediatamente resi pubblici i capitoli mancanti dell’accordo, oltre a quelli già noti grazie ai leaks di Greenpeace Olanda, e che si dia inizio a un vero dibattito pubblico. Sono molti i cittadini e i rappresentanti della società civile che hanno già espresso forte preoccupazione su questo trattato: è ora di fare chiarezza».

L’obiettivo del TTIP è quello di abbattere le cosiddette barriere al commercio tra Stati Uniti e Unione europea, e proteggere gli investimenti esteri prima di ogni altra cosa. Con tariffe sul commercio transatlantico già molto basse, il focus dei negoziati è rimuovere le barriere “non tariffarie”, che si tradurrebbe nell’abbassare standard di sicurezza e tutele in quasi tutti i settori dell’economia, dall’agricoltura all’industria tessile, dall’informatica al settore bancario.

Un caso esemplare sono gli evidenti tentativi di eliminare con il TTIP l’applicazione del principio di precauzione, anche per permettere l’ingresso libero sul mercato europeo dei “nuovi OGM”, camuffati con nomi fantasiosi come “prodotti delle moderne tecnologie agricole”.

«Oramai è chiaro che nonostante le ripetute rassicurazioni e smentite, gli OGM sono parte integrante del negoziato sul TTIP. Per difendere il nostro agroalimentare dalle pressioni crescenti degli Stati Uniti, ci aspettiamo una chiara presa di posizione del nostro governo», continua Ferrario. «Il nostro Paese deve fare marcia indietro su questo trattato che, così com’è, porterebbe alla distruzione del modello di produzione nazionale basato sulla qualità e tipicità del Made in Italy», conclude.

Il prossimo 13 maggio, durante il Consiglio dei Ministri Ue del commercio, si discuterà oltre che del TTIP anche del CETA, l’accordo di liberalizzazione degli scambi commerciali tra Unione europea e Canada. Un accordo già concluso ma non ancora ratificato. Per Greenpeace sarebbe insensato dare il via libera a un’applicazione preliminare del CETA senza aver prima ottenuto la ratifica da parte dei Parlamenti di tutti gli Stati Ue, dato che quest’accordo avrà effetti di vasta portata anche sulle competenze nazionali. L’organizzazione ambientalista chiede al governo italiano quale posizione intenda prendere a riguardo, dato che sarebbe utile – oltre che doveroso – che i rappresentanti italiani informino adeguatamente sul tema i cittadini che li hanno eletti.

Link alla petizione di Greenpeace per fermare il TTIP

Leggi l’approfondimento di Greenpeace sul TTIP

— Leggi anche: Che cos’è il TTIP

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