Ecco perché voglio riempire il mondo di farfalle
Il progetto "White Butterfly" è nato da un'idea semplice, ma in pochi anni ha fatto il giro del mondo diventando simbolo di pace, solidarietà e speranza
Anche nei posti più impensabili, più puzzolenti e più tristi, si può scorgere la purezza. A volte sono sufficienti una matita, un foglio da disegno A4 e un paio di forbici per dare vita a qualcosa di semplice, ma universalmente riconoscibile, almeno secondo la filosofia di Milan Rai, artista nepalese di 31 anni originario di Kathmandu che attualmente vive e lavora negli Stati Uniti.
Oggi le sue creazioni e le sue installazioni di farfalle bianche sono conosciute e apprezzate in tutto il mondo. Un’idea semplice, nata casualmente, come Milan ha raccontato in un’intervista a TPI. “Mentre stavo lavorando a un progetto completamente diverso, nel mio studio d’arte, improvvisamente su uno dei pennelli che stavo adoperando per dipingere si è posata una piccola farfalla bianca. Era così bella e leggiadra che mi ha conquistato”.
Proprio quell’incontro fugace ha spinto Milan a dare forma al suo progetto, soprannominato appunto White Butterfly. “Sono fermamente convinto che l’arte dovrebbe rivolgersi a tutti. Per questo, vorrei che il mio lavoro riuscisse a oltrepassare i confini, a evadere dagli ambienti limitati dei circoli artistici”.
La sua idea iniziò a prendere forma nel novembre del 2013, quando l’artista visionario decise di ricoprire di farfalle bianche due tronchi d’albero morenti nei quartieri di Naxal e Kupondole, a Kathmandu. Poi, le sue farfalle bianche invasero il ponte di Shankhamul fino ad arrivare allo stadio di Dashrath, a sud della capitale. Nel giro di pochi mesi, le sue creazioni divennero il simbolo di protesta di un gruppo di cittadini del paese, che avevano espresso il loro malcontento contro la decisione del governo locale di abbattere un migliaio di alberi, per fare spazio alla costruzione di una tangenziale.
Negli ultimi tre anni, le sue farfalle bianche hanno dispiegato le ali in 30 paesi del mondo, divenendo simbolo di pace, solidarietà e speranza. Si sono “posate” su piazza Taksim, in Turchia, teatro delle dure proteste scoppiate all’inizio del 2014, sono arrivate in Germania, hanno invaso le strade di Atene nel 2013, in occasione della Giornata internazionale della Pace, mentre ad agosto sono arrivate a New York, posandosi su Times Square e a Central Park.
Nell’agosto del 2014, un gruppo di attivisti di Bruxelles scelse di utilizzare il simbolo della farfalla bianca in una manifestazione organizzata per proteggere un parco della città dalla demolizione. Nello stesso mese, un’organizzazione non-profit con sede in Lussemburgo, organizzò un evento di solidarietà per la Mongolia. Negli orfanotrofi e negli ospedali della città, i volontari decisero di ricoprire alcune parti delle strutture con decine di farfalle bianche.
In occasione di una protesta pacifica nella città nepalese di Baluwatar – conosciuta come Occupy Baluwatar – un gruppo di manifestanti chiedevano a gran voce giustizia per numerosi casi impuniti di violenza contro le donne. Centinaia di farfalle bianche di carta, allora, vennero ritagliate dai manifestanti e attaccate in ogni punto della città, come simbolo di rivendicazione di uguaglianza e giustizia.
Il 25 aprile del 2015, le farfalle bianche sono comparse anche sulle macerie di ciò che rimaneva dopo il devastante terremoto che ha colpito il paese.
Le farfalle di cartoncino bianco sono nate originariamente dall’amore per la natura, che ha sempre segnato il percorso creativo di Milan, come lui stesso ha sottolineato: “Quando metti la tua storia personale là fuori, facendo si che diventi di tutti, il pubblico che hai davanti ha diritto a una sua personale interpretazione. Questo è il linguaggio dell’arte. Tutti noi possiamo attribuire a queste farfalle bianche un loro significato specifico”.
È stato così per Linzi Barbour, una signora di un piccolo villaggio in Scozia che con l’aiuto di suo figlio Jamie iniziò a ricoprire gli alberi intorno alla sua abitazione di farfalle bianche. Sulle ali di una di loro, la donna scrisse il nome della figlia scomparsa e lo appuntò sulla corteccia di un albero. Tutti i residenti, ben presto, seguirono l’esempio di Linzi e quell’albero ben presto divenne un memoriale invaso di farfalle bianche.
Lo stesso accadde in una scuola materna di New York, dove Milan fu invitato a presentare le sue creazioni. Per l’occasione, l’artista appese migliaia di farfalle bianche sulle pareti e sui tronchi degli alberi. Il giorno successivo, quelle farfalle erano sparite, probabilmente spazzate via dal vento. I bambini non si persero d’animo e iniziarono a fantasticare su ciò che a quelle farfalle fosse accaduto, inventando la loro storia. Uno di loro si avvicinò a Milan e gli disse: “Le farfalle sono volate via, sono andate a visitare i miei nonni in città. Lì mi sono reso conto di come tutti noi crescendo perdiamo l’immaginazione infantile”.
White Butterfly, da piccolo progetto nato e cresciuto a Khatmandu, ha acquisito uno slancio vitale viaggiando a grandi distanze e oltrepassando le frontiere. Le persone sono state ispirate dal lavoro di Milan e ciascuno ha dato alle sue farfalle un significato preciso di speranza e ottimismo. “Questo progetto che ha travalicato i confini della mia città, mi ha insegnato l’umanità a vari livelli”. A chi gli domanda quale messaggio vorrebbe dare al mondo, Milan risponde con una sola e semplice parola: amore.