L’esercito di sole donne che combatte l’Isis in Iraq
Presso la città irachena di Sinjar un gruppo di giovani donne della minoranza yazida ha deciso di non restare a guardare, ma di prendere le armi contro l'Isis
Quando nel 2014 l’Isis è entrato nella città irachena di
Sinjar, nell’area settentrionale del paese, un gruppo di giovani donne della
minoranza yazida ha deciso di non restare a guardare, ma ha preso le armi
contro i militanti che attaccavano la loro comunità.
Le ragazze si sono unite a un piccolo esercito tutto al femminile dei peshmerga
curdi, che conta circa trenta donne irachene e siriane e combatte per vendicare
le violenze subite dalle donne vittime dei militanti jihadisti.
Haseba Nauzad, 24 anni, comandante dell’unità, viveva con suo
marito in Turchia, e il suo destino poteva essere simile a quello di moltissimi
altri profughi, visto che lui era pronto a cercare rifugio in Europa.
Lei però
non era d’accordo: “Li ho visti violentare le mie sorelle curde e non
potevo accettare questa ingiustizia. Ho messo la mia vita personale da parte, e
sono venuta a difendere le mie sorelle e madri curde contro questo nemico”,
ha dichiarato, aggiungendo che ha perso i contatti con il marito da quando questo
è arrivato in Germania.
“Se un uomo può portare un’arma, una donna può fare lo
stesso”, dice Nauzad, “Gli uomini hanno più forza per lottare se
vedono donne sullo stesso campo di battaglia insieme a loro”.
Inoltre, i militanti del sedicente Stato islamico hanno
paura delle donne combattenti perché pensano che se vengono uccisi da una
donna, non andranno in paradiso, e questo incoraggia ancora di più le donne a
unirsi alla lotta.