Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 11:25
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Lo Zimbabwe legalizza la produzione di marijuana per scopi medici

Immagine di copertina

Con l'approvazione della nuova legge sulla produzione di cannabis a scopo medico e scientifico, il paese dell’Africa australe diventa la seconda nazione del continente ad aver preso questa decisione dopo il Lesotho

Il governo dello Zimbabwe ha deciso di legalizzare la produzione di cannabis sul proprio territorio per fini medici o scientifici.

Ad annunciarlo è stato il giornale dello stato africano The Herald, che riporta un decreto del Ministro della Salute dell’esecutivo di Harare, David Parirenyatwa.

La nuova legge si chiama “Dangerous Drugs – Production of Cannabis for Medicinal and Scientific Use Regulations”.

Nel testo si legge: “La domanda per il rilascio di una licenza deve essere presentata al Ministro, in duplice copia ed è corredata della tariffa appropriata e di tre copie di un piano del sito proposto per la licenza che deve essere conforme con i requisiti specificati in questi regolamenti”.

“Nel caso di un individuo, sarà richiesta la prova della cittadinanza o la prova di essere ordinariamente residente nello Zimbabwe o la prova di una deroga da parte del Ministro”, recita il regolamento.

Secondo le nuove regole stabilite dalla legge, verranno rilasciate delle licenze della durata di cinque anni con le quali sarà possibile coltivare marijuana per fare ricerca e utilizzata sotto prescrizione medica.

Rispettando regole e controlli, i produttori saranno autorizzati a vendere la “mbanje”, come viene comunemente chiamata in Zimbabwe la cannabis, fresca, essiccata o sotto forma di olio.

Lo Zimbabwe stava discutendo questa legge da circa otto mesi.

Con questa approvazione il paese dell’Africa australe diventa la seconda nazione del continente ad aver preso questa decisione dopo il Lesotho a settembre 2017.

Fino ad oggi in Zimbabwe la marijuana era stata tollerata solo in piccole quantità per la medicina tradizionale, in particolare per curare l’asma e l’epilessia.

L’utilizzo di grandi quantitativi e la violazione delle norme verrà comunque punito con pene fino a 12 anni di prigione.

L’uso ricreativo, tuttavia, rimane illegale.

Leggi anche: Perché il ministro della salute dello Zimbabwe ha chiesto alla Cina di produrre preservativi più grandi

Ti potrebbe interessare
Esteri / Trump fa causa alla BBC per diffamazione e chiede un risarcimento da 10 miliardi di dollari
Esteri / Ucraina, dopo Berlino Trump è ottimista: “Mai così vicini alla pace”. Ma resta il nodo Donbass con la Russia
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Ti potrebbe interessare
Esteri / Trump fa causa alla BBC per diffamazione e chiede un risarcimento da 10 miliardi di dollari
Esteri / Ucraina, dopo Berlino Trump è ottimista: “Mai così vicini alla pace”. Ma resta il nodo Donbass con la Russia
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Esteri / Elena Basile a TPI: “La guerra ha ridotto l’Europa al vassallaggio. Bisogna rifondare l’Ue”
Esteri / Terre rare e altre materie critiche: la pistola della Cina puntata alla testa degli Stati Uniti
Esteri / Sudan Connection: la geopolitica del massacro tra oro, armi e interessi internazionali
Esteri / L’esperta del Gruppo di Lavoro Onu contro le Sparizioni Forzate Aua Baldé a TPI: “Le vittime registrate in Sudan non sono nemmeno la punta dell’iceberg”
Esteri / Il genocidio in Sudan di cui non parla nessuno