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Home » Esteri

Cosa si sono detti i leader europei al vertice di Bratislava

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Nel primo vertice informale del Consiglio europeo dopo la Brexit, i leader europei hanno discusso del futuro dell’Unione, di sicurezze delle frontiere e di crescita

La crisi dell’Unione europea dopo la Brexit non può essere sprecata, ma anzi deve essere occasione per lavorare a un nuovo progetto di Europa. Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, al summit di Bratislava con i 27 capi di stato e di governo dell’Ue che si è tenuto il 16 settembre in Slovacchia, ha invitato i leader europei a prendere atto con “onestà” dei problemi dell’Unione perché “dobbiamo assicurare ai nostri cittadini che abbiamo imparato la lezione della Brexit.”

Sono tre le aree in cui i capi di stato e di governo dell’Unione devono trovare una posizione comune: sicurezza delle frontiere esterne, lotta al terrorismo e rilancio dell’economia. A riassumere le prossime tappe è stato il presidente francese François Hollande.

“L’Europa è davanti alla prova della Brexit e a una sfida, quella di vivere a 27. Con la cancelliera Merkel, con Matteo Renzi e molti altri leader siamo d’accordo. Vogliamo avere un’agenda con tre temi semplici che permettano di avere fiducia nel progetto europeo: sicurezza, preparazione dell’avvenire ovvero essere una grande potenza economica sul piano globale, che significa poter dare lavoro, dare speranza per il futuro. Ecco la roadmap”, ha detto il leader socialista.

Ma il fronte dei paesi dell’est Europa, il cosiddetto “gruppo Visegrad”, capeggiato dall’Ungheria di Viktor Orban, ha reso tangibile quanto sia piena di ostacoli la via da intraprendere. Il disaccordo con Bruxelles sul tema dell’immigrazione e sulle quote dei rifugiati da accogliere è assoluto e difficilmente a Bratislava si giungerà a un compromesso, come ha riconosciuto la cancelliera tedesca Angela Merkel.

“Non si tratta ora di aspettarsi semplicemente da un vertice la soluzione dei problemi dell’Europa. Siamo in una situazione critica. Ma si tratta di dimostrare con i fatti che possiamo diventare migliori nel campo della sicurezza, interna e esterna, nella collaborazione nella lotta al terrorismo, nel campo della difesa”, in quello della “crescita”.

Lavorare per la ripresa economica è stato al centro dell’intervento del presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi: “La stabilità più importante è quella dei nostri figli prima ancora delle regole”, ha fatto notare Renzi: “Paradossalmente dalla brutta notizia della Brexit si può cogliere l’occasione perché l’Ue si occupi un po’ meno di burocrazia e regole e un po’ più di questioni fondamentali per il futuro del nostro continente”.

Un ramoscello d’ulivo sul tema dell’economia è arrivato dal presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, che durante il discorso sullo stato dell’Unione di mercoledì 14 settembre si era già espresso per una “flessibilità intelligente che non blocchi la crescita”, anche se fonti all’interno dell’Ue sostengono che è ancora presto per spiegare come il principio verrà attuato in politiche concrete.

Infine, sul tema della Brexit, i leader europei hanno ribadito il loro rifiuto a trattare con il Regno Unito finché il parlamento di Londra non darà avvio alla procedura prevista dall’articolo 50 del trattato di Lisbona per l’uscita di una nazione dall’Ue e che l’accesso al mercato unico sarà possibile solo se il Regno Unito garantirà la libera circolazione di mezzi e persone. 

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