Caso Stormy Daniels: il presidente degli Stati Uniti Donald Trump non andrà in carcere ma la condanna resta valida
Al magnate repubblicano non sarà comminata nemmeno una multa
Donald Trump, condannato nel maggio scorso da un tribunale di New York per una serie di pagamenti non dichiarati alla pornostar Stormy Daniels, non andrà in carcere ma sarà il primo presidente degli Stati Uniti a entrare in carica con la fedina penale macchiata. La decisione annunciata oggi dal giudice Juan Merchan prevede che, malgrado la condanna, al presidente eletto non sarà comminata neanche una multa.
La sentenza, letta oggi in aula dal giudice di New York alla presenza di Trump (che era collegato in videoconferenza), prevede la “scarcerazione incondizionata” del presidente eletto degli Stati Uniti malgrado la condanna ricevuta nel maggio scorso per aver insabbiato i pagamenti in denaro versati alla pornostar in cambio del suo silenzio. “Questa corte ha stabilito che l’unica sentenza legittima che consente l’emissione di un giudizio di condanna senza invadere la più alta carica del Paese è una scarcerazione incondizionata”, ha affermato Merchan.
Il commento di Trump e la “lezione” del giudice
“I Democratici Radicali hanno perso un’altra patetica e antiamericana caccia alle streghe”, ha commentato Trump su Truth. “Dopo aver speso decine di milioni di dollari, sprecando oltre 6 anni di lavoro ossessivo che avrebbero dovuto essere spesi per proteggere i newyorkesi da crimini violenti e dilaganti che stanno distruggendo la Città e lo Stato, coordinandosi con il Dipartimento di Ingiustizia di (Joe, ndr) Biden e (Kamala, ndr) Harris (…) presentando accuse completamente infondate, illegali e false contro il vostro 45esimo e 47esimo Presidente, ho ottenuto una scarcerazione incondizionata”. “Questo risultato da solo dimostra che, come hanno detto tutti gli studiosi e gli esperti legali, NON C’È NESSUN CASO, NON C’È MAI STATO UN CASO e tutta questa truffa merita pienamente di essere CANCELLATA”, ha aggiunto il presidente Usa. “La vera giuria, il popolo americano, ha parlato, rieleggendomi con un MANDATO schiacciante in una delle elezioni più importanti della storia”. Ma, a giudicare dalle parole del magistrato non è andata proprio così.
“Mai prima d’ora questa corte si è trovata di fronte a una serie di circostanze così uniche e straordinarie. Questo è stato un caso davvero straordinario”, ha detto il giudice di New York, che ha precisato: “Sono le protezioni legali garantite all’ufficio del presidente degli Stati Uniti ad essere straordinarie, non chi occupa il suddetto ufficio”. “I cittadini comuni non ricevono queste tutele legali. È l’ufficio del presidente che le conferisce al titolare della carica. È la cittadinanza di questa nazione che ha recentemente deciso che (Trump, ndr) dovrà ottenere di nuovo i benefici di queste tutele”, ha aggiunto Merchan. “Tuttavia, le notevoli, anzi straordinarie protezioni legali garantite alla carica di comandante in capo sono un fattore che prevale su tutti gli altri”. Ma, ha specificato il giudice, “non riducono la gravità del crimine né ne giustificano in alcun modo la commissione”.
Il caso Trump-Stormy Daniels
Trump era stato incriminato per la prima volta nel marzo 2023 dalla procura distrettuale di Manhattan per “falsificazione di documenti aziendali” relativi ad alcuni pagamenti versati a Stormy Daniels durante la campagna presidenziale del 2016 per un ammontare totale di 130mila dollari. Con quei fondi, il miliardario aveva comprato il silenzio della donna su un incontro sessuale avvenuto dieci anni prima in una suite d’albergo durante un torneo di golf organizzato al lago Tahoe, in Nevada, un anno dopo il matrimonio di Trump con l’attuale moglie Melania.
Il versamento era stato effettuato dall’ex avvocato del presidente eletto, Michael Cohen, che ha poi ricevuto un rimborso da Trump giustificato con una serie di spese legali fittizie. Il legale ha in seguito confessato ai magistrati l’accordo tra Trump e la pornostar ed è stato anche condannato per una serie di reati, diventando il testimone chiave nel processo contro il magnate repubblicano. Una vicenda confermata anche dalla stessa Stormy Daniels nel 2018.
Il 30 maggio scorso poi il magnate era stato riconosciuto colpevole in primo grado di tutti i 34 capi di imputazione da 12 giurati. Dopo aver vinto le elezioni del 5 novembre però il presidente si era rivolto alla Corte Suprema degli Stati Uniti per sospendere il verdetto della giuria, una decisione respinta dal massimo organo giudiziario Usa mentre la condanna era stata confermata il 3 gennaio scorso proprio dal giudice Merchan, secondo cui ora il caso è sostanzialmente chiuso. La decisione del giudice di New York prevede infatti che Trump non sarà né incarcerato, né multato né sottoposto a regime di libertà vigilata, ma la sua condanna resta valida e così Donald Trump sarà il primo presidente degli Stati Uniti a entrare in carica da criminale condannato.