Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 14:27
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

In Ungheria sta per essere varata la “legge sulla schiavitù”, che aumenta le ore di straordinario per i lavoratori

Immagine di copertina
Credit: ATTILA KISBENEDEK / AFP

In Ungheria sta per essere approvata una legge che è stata soprannominata “Legge sulla schiavitù”. Si tratta di un controverso provvedimento che aumenta le ore di straordinario che i datori di lavoro possono chiedere ai dipendenti, da 250 a 400.

Parallelamente le ore extra potranno essere pagate dopo 3 anni e non più entro un anno come prevedono le norme attuali.  Se un lavoratore lascia o perde il lavoro prima del periodo di tre anni, è possibile che non riceverà quanto gli spetta per le ore di straordinario.

Oltre che una legge sulla schiavitù, si tratta anche di una legge contro i sindacati: il provvedimento prevede infatti che le trattative sul lavoro straordinario possano essere condotte direttamente tra dipendenti e aziende, rendendo superflua la contrattazione dei sindacati.

I sindacati temono che i bassi salari e il fatto che le trattative con i lavoratori siano private, possano rappresentare una pressione sui lavoratori ad accettare gli straordinari.

Il salario minimo in Ungheria è di circa 533 dollari al mese, mentre il salario medio, secondo Trading Economics, è di 1.136 dollari al mese.

Se approvata, la legge aggiungerà inoltre 8 ore settimanali in più, o una settimana lavorativa di sei giorni.

Il partito del primo ministro Viktor Orban, Fidesz, sostiene la bontà del provvedimento. “Coloro che vogliono guadagnare di più lavorando di più, ne avranno la possibilità”, ha dichiarato il deputato Lajos Kosa.

Si tratta del primo provvedimento che sta mettendo in discussione la popolarità del premier Orban. Numerose le proteste contro la legge, in particolare a Budapest, dove sabato 8 dicembre 2018 hanno manifestato migliaia di persone.

Il governo sostiene che la flessibilità del lavoro sia necessaria per andare incontro ai bisogni degli investitori, come ad esempio le case automobilistiche tedesche le cui fabbriche contribuiscono a guidare la crescita economica dell’Ungheria. La manodopera a basso costo è spesso stata un punto di forza per le società che operano in Ungheria.

Secondo molti critici della legge i giganti automobilistici tedeschi, una parte fondamentale dell’economia ungherese, avrebbero esercitato pressioni su Budapest per allentare le restrizioni sugli straordinari a causa dell’aumento della manodopera nel paese.

Le aziende automobilistiche di lusso tedesche come Audi e Daimler, che produce Mercedes-Benz, hanno trasferito le loro fabbriche in Ungheria negli ultimi anni. Anche Bmw ha annunciato la costruzione di un impianto in Ungheria nei prossimi mesi.

Alle proteste hanno preso parte anche numerosi studenti, che si battono per una maggiore libertà accademica nelle università. Tra loro anche gli studenti dell’Università dell’Europa centrale, di George Soros, che era stata colpita da una legge varata lo scorso aprile e che impediva di accettare nuovi studenti a partire dal gennaio 2019.

Alcuni dei manifestanti ungheresi hanno indossato i gilet gialli, prendendo ispirazione dal momento che sta scatenando il caos in Francia.

Negli ultimi tempi l’Ungheria è stata protagonista di una vigorosa crescita economica, e ha visto crollare il suo tasso di disoccupazione, che è arrivato ai minimi storici.

Ti potrebbe interessare
Esteri / Reportage TPI – Il prezzo del sangue: così i tagli di Trump mettono a rischio la lotta all’HIV in Uganda
Esteri / Make Antitrust Great Again? Tutte le crepe nel movimento trumpiano tra lobbisti e falchi dei monopoli
Esteri / L’età della grande paralisi globale: ecco perché nessuno può sfidare il duopolio di Usa e Cina
Ti potrebbe interessare
Esteri / Reportage TPI – Il prezzo del sangue: così i tagli di Trump mettono a rischio la lotta all’HIV in Uganda
Esteri / Make Antitrust Great Again? Tutte le crepe nel movimento trumpiano tra lobbisti e falchi dei monopoli
Esteri / L’età della grande paralisi globale: ecco perché nessuno può sfidare il duopolio di Usa e Cina
Esteri / Oms: “Oltre 1.000 persone sono morte a Gaza in attesa di un’evacuazione medica dal luglio 2024”
Esteri / L’indiscrezione: “Grecia, Israele e Cipro valutano una forza militare congiunta nel Mediterraneo”
Ambiente / È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Da oggi potete acquistare la copia digitale
Esteri / Piogge torrenziali, raid aerei e aiuti in ritardo: la tregua con Israele regge ma a Gaza si continua a morire
Esteri / Il discorso di Trump agli Usa: “Ho ereditato un disastro ma ora l’America è tornata”
Esteri / Iran, condannato a morte per “corruzione sulla Terra”: ora il pugile Mohammad Javad Vafaei Sani rischia l’esecuzione
Esteri / Putin minaccia: “La Russia raggiungerà tutti gli obiettivi in Ucraina. Con la diplomazia o con la forza”