Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 04:22
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

La Turchia diventerà come la Libia di Gheddafi nel fermare i migranti

Immagine di copertina

In seguito agli accordi tra l'Unione europea e la Turchia, Ankara potrebbe ereditare il ruolo che fu di Tripoli nel fermare i migranti

Lo scorso 15 ottobre si è tenuto il quarto vertice della Commissione Europea dall’inizio del 2015 sull’emergenza migranti. In questa occasione è stato reso noto un accordo tra l’Unione europea e la Turchia che prevede uno stringersi delle relazioni tra le due parti in gioco per quel che riguarda la gestione dei flussi migratori.

Da parte dell’Unione europea, lo scopo di questo accordo è quello di arginare il flusso migratorio che, attraverso la Turchia, ha visto più di 700.000 migranti accedere entro i confini Ue dall’inizio dell’anno. Si calcola che al momento la Turchia ospiti più di 2 milioni di migranti, che dall’Unione vengono percepiti come una minaccia da contenere.

La versione definitiva dell’accordo non è ancora stata siglata, ma le ipotesi avanzate prevedono che la Turchia avrà la responsabilità di gestire le pratiche di ingresso per i migranti a cui verrà riconosciuto il diritto di accesso all’Unione europea. Durante il summit tra Unione europea e Turchia si è parlato anche di sistemi detentivi per i migranti in attesa dello smaltimento delle loro pratiche di ingresso.

Ciò è possibile perché la Turchia è stata riconosciuta come Paese sicuro, ovvero caratterizzata dall’assenza di persecuzioni, torture o trattamenti inumani, e della minaccia di violenze o guerre.

È da circa vent’anni che l’Europa ha iniziato a stringere accordi con Paesi al di fuori dei propri confini per esternalizzare la gestione dei flussi migratori. Fin dagli anni ’90, il partner preferito dell’Italia in questo tipo di accordi è stata la Libia di Gheddafi.

In cambio di accordi preferenziali sulla compravendita del gas libico e della pressione italiana sull’Ue per rimuovere l’embargo economico sulla Libia, Gheddafi si impegnò a gestire i flussi migratori che attraversavano i confini libici.

Lo fece ergendo prigioni nel bel mezzo del deserto finanziate da fondi europei in cui i migranti venivano detenuti a tempo indeterminato e a più riprese, per poi essere spesso venduti a trafficanti.

Un altro modo in cui la Libia si impegnò a risolvere la nostra crisi migratoria fu quello di pattugliare le acque di confine con l’Italia: imbarcazioni piene di migranti venivano riportate sulle coste libiche; qui i passeggeri venivano ammassati dentro a container che venivano poi abbandonati nel deserto.

Tutto questo accadeva mentre l’ex premier Silvio Berlusconi definiva Gheddafi leader della democrazia. Pochi anni dopo, lo stesso Gheddafi veniva riconosciuto come un dittatore e la Libia veniva liberata con l’aiuto delle forze dell’Unione europea.

Oggi ci si rivolge alla Turchia, riconoscendola come Paese sicuro, e proponendole di farsi carico dei compiti un tempo assunti dalla Libia. La stessa Turchia in cui bombe esplodono all’interno di cortei, Twitter e Youtube vengono censurati, manifestazioni vengono ripetutamente sedate con violenza dalla polizia e il governo continua a reprimere nel sangue i gruppi di opposizione curdi.

Ti potrebbe interessare
Esteri / L’allarme del Wfp: quest’inverno 17 milioni di persone a rischio fame in Afghanistan
Esteri / Israele bombarda ancora il Libano: almeno un morto e diversi feriti. L’Idf: “Colpiti due agenti di Hezbollah”
Esteri / Dalla Russia filtra ottimismo: “Accordo vicino”. Ma no a concessioni sui territori né su truppe Nato in Ucraina
Ti potrebbe interessare
Esteri / L’allarme del Wfp: quest’inverno 17 milioni di persone a rischio fame in Afghanistan
Esteri / Israele bombarda ancora il Libano: almeno un morto e diversi feriti. L’Idf: “Colpiti due agenti di Hezbollah”
Esteri / Dalla Russia filtra ottimismo: “Accordo vicino”. Ma no a concessioni sui territori né su truppe Nato in Ucraina
Esteri / Trump fa causa alla BBC per diffamazione e chiede un risarcimento da 10 miliardi di dollari
Esteri / Ucraina, dopo Berlino Trump è ottimista: “Mai così vicini alla pace”. Ma resta il nodo Donbass con la Russia
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Esteri / Elena Basile a TPI: “La guerra ha ridotto l’Europa al vassallaggio. Bisogna rifondare l’Ue”
Esteri / Terre rare e altre materie critiche: la pistola della Cina puntata alla testa degli Stati Uniti