Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 19:35
Pirelli Summer Promo
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Turchia contro i curdi in Siria, attenti a quei due: Erdogan e Trump cosa vogliono? Tutto sul loro rapporto

Immagine di copertina
Credits. AFP

Una reazione militare degli Stati Uniti sembra improbabile e la posizione di Trump nei confronti della Turchia appare contraddittoria

La Turchia attacca i curdi in Siria: il rapporto tra Trump e Erdogan

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha affermato di essere contrario all’attacco di Erdogan in Siria contro i curdi lanciato ieri 9 ottobre. Con un messaggio su Twitter del 7 ottobre aveva letteralmente minacciato la Turchia di ritorsioni commerciali: “Come ho già dichiarato con forza in passato, tanto per ripeterlo, se la Turchia farà qualcosa che io, dall’alto della mia impareggiabile e grandiosa saggezza, considero superare ogni limite, farò in modo di distruggere e cancellare l’economia della Turchia (l’ho già fatto in precedenza!)”, scriveva.

S&D

trump turchia siria curdi

L’avvertimento era arrivato poco dopo l’annuncio di Trump del ritiro delle truppe statunitensi dal nord della Siria. Ma la minaccia non sembra aver spaventato troppo Erdogan: il 9 ottobre intorno alle 15 è ufficialmente partita l’offensiva della Turchia nella Siria nord-occidentale: il bilancio delle vittime curde annunciato con orgoglio oggi da Erdogan è già di 109 morti. 10 i civili che hanno perso la vita solo nelle ultime ore.

trump erdogan turchia siria

Sempre l’8 ottobre, quando già si paventava un attacco, con un nuovo tweet Trump elencava gli aspetti positivi del rapporto tra gli Stati Uniti e la Turchia: “Molte persone dimenticano che la Turchia è un grande partner commerciale degli Stati Uniti – infatti producono le strutture in acciaio per i nostri F35. Hanno anche rispettato i patti e mi hanno aiutato a salvare molte vite nella provincia di Idlib”, affermava.

Un dietro front, che ha lasciato perplessi molti analisti internazionali. Trump ha davvero intenzione di rispondere all’attacco della Turchia contro i curdi? Minaccia di distruggere la loro economia e al contempo con un tweet ricorda al mondo quanto sia conveniente mantenere dei buoni rapporti commerciali con il paese membro della Nato. Una contraddizione ancora più forte riguarda l’allusione agli F35, Trump ricorda che la Turchia contribuisce alla loro realizzazione ma sembra aver del tutto dimenticato che proprio il 17 luglio scorso gli Stati Uniti hanno escluso la Turchia dal programma sui caccia. La decisione era stata presa in conseguenza  dell’acquisto da parte della Turchia del sistema missilistico russo S-400, che secondo quanto dichiarato dalla stessa Casa Bianca avrebbe indebolito “la promessa che tutti gli alleati della NATO si sono fatti tra loro di allontanarsi sempre di più dai sistemi russi”.

La Turchia attacca: raid in Siria, si registrano le prime vittime civili

La posizione di Trump rispetto alla Turchia è senz’altro ambigua. La Turchia è un membro della Nato e un importante “partner commerciale”, ma già in passato l’inquilino della Casa Bianca è arrivato ai ferri corti con il leader di Ankara. Lo scorso agosto Trump aveva autorizzato un aumento delle tariffe sulle esportazioni turche di metalli e in pochi giorni la lira turca era caduta ai minimi storici nei confronti del dollaro. Il “casus belli” era la detenzione da parte della Turchia del pastore Andrew Brunson, rilasciato dalla Turchia solo in seguito alle dure conseguenze commerciali. Eppure Trump cita proprio il pastore Brunson nel tweet dello scorso martedì, per ricordare il fatto che la Turchia rimane un importante partner Nato.

Il leader repubblicano ha voluto precisare con ulteriori tweet come il ritiro dalla Siria non significhi “un abbandono dei curdi” e dopo l’offensiva di ieri ha rilasciato una dichiarazione ufficiale in cui afferma di non condividere l’invasione turca, aggiungendo che per questo motivo continuerà a “monitorare la situazione”, che cosa significhi questa affermazione rimane però oscuro.

La Casa Bianca non è stata colta esattamente di sorpresa. Pochi giorni prima di Natale, alla fine del 2018, l’allora ex consigliere degli Stati Uniti per la sicurezza nazionale John Bolton era corso ad Ankara per convincere il governo turco a non attaccare le milizie curdo siriane (Ypg) una volta completato il ritiro degli Stati Uniti dal territorio. Ma Erdogan si rifiutò di incontrarlo, rispondendo con la sua “sonora” assenza alla richiesta degli Stati Uniti.

curdi siria trump

Il mese successivo Erdogan scatenò nel cantone di Afrin due offensive contro le truppe curdo siriane. Difficile pensare che Trump non immaginasse quali sarebbero state le conseguenze del suo ritiro dalla Siria. Da sempre Ankara teme che i separatisti del Pkk turco avanzino richieste di indipendenza all’interno della stessa Turchia e per questo ha tutte le intenzioni di indebolire il più possibile la loro forza.

Che Trump reagisca militarmente all’attacco turco, scendendo in campo in difesa dei curdi è piuttosto improbabile: si è ritirato sapendo già in parte quale reazione ci sarebbe stata da parte di Erdogan. Potrebbe forse sanzionare la Turchia economicamente, aumentare le tariffe su alcuni prodotti come già fatto in passato. Questa volta però non si tratta di un “incidente diplomatico” facilmente risolvibile ma di una guerra, e la Turchia sembra intenzionata a correre il rischio.

La Turchia invade la Siria: chi sta con chi e cosa sta succedendo nello scenario internazionale
Ti potrebbe interessare
Esteri / Gaza: oltre 34.180 morti. Hamas chiede un'escalation su tutti i fronti. Tel Aviv nega ogni coinvolgimento con le fosse comuni di Khan Younis. Libano, Idf: "Uccisi due comandanti di Hezbollah". Il gruppo lancia droni su due basi in Israele. Unrwa: "Impedito accesso ai convogli di cibo nel nord della Striscia"
Esteri / Gaza, caso Hind Rajab: “Uccisi anche i due paramedici inviati a salvarla”
Esteri / Suoni di donne e bambini che piangono e chiedono aiuto: ecco la nuova “tattica” di Israele per far uscire i palestinesi allo scoperto e colpirli con i droni
Ti potrebbe interessare
Esteri / Gaza: oltre 34.180 morti. Hamas chiede un'escalation su tutti i fronti. Tel Aviv nega ogni coinvolgimento con le fosse comuni di Khan Younis. Libano, Idf: "Uccisi due comandanti di Hezbollah". Il gruppo lancia droni su due basi in Israele. Unrwa: "Impedito accesso ai convogli di cibo nel nord della Striscia"
Esteri / Gaza, caso Hind Rajab: “Uccisi anche i due paramedici inviati a salvarla”
Esteri / Suoni di donne e bambini che piangono e chiedono aiuto: ecco la nuova “tattica” di Israele per far uscire i palestinesi allo scoperto e colpirli con i droni
Esteri / Francia, colpi d'arma da fuoco contro il vincitore di "The Voice 2014": è ferito
Esteri / Gaza, al-Jazeera: "Recuperati 73 corpi da altre tre fosse comuni a Khan Younis". Oic denuncia "crimini contro l'umanità". Borrell: "Israele non attacchi Rafah: provocherebbe 1 milione di morti". Macron chiede a Netanyahu "un cessate il fuoco immediato e duraturo". Erdogan: "Evitare escalation". Usa: "Nessuna sanzione per unità Idf, solo divieto di ricevere aiuti"
Esteri / Raid di Israele su Rafah: ventidue morti tra i quali nove bambini
Esteri / Influenza aviaria, la preoccupazione dell’Oms per la trasmissione tra umani
Esteri / Media: “Hamas valuta l’ipotesi di lasciare il Qatar”. Bombardata in Iraq una base filo-iraniana
Esteri / Israele ha lanciato un attacco contro l’Iran: colpita una base militare a Isfahan. Media: “Teheran non pianifica una ritorsione immediata”. Blinken: "Usa non coinvolti"
Esteri / Germania, arrestate due spie russe che preparavano sabotaggi