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Home » Esteri

Una nave da guerra americana si avvicina alle isole artificiali cinesi

Immagine di copertina

Cina e Stati Uniti ai ferri corti dopo che un lanciamissili statunitense è entrato nelle acque contese del Mar cinese meridionale

Tensioni tra Cina e Stati Uniti dopo che martedì 27 ottobre 2015 una nave da guerra statunitense si è avvicinata alle isole artificiali dell’arcipelago di Spratly nel Mar cinese meridionale. La zona è oggetto di contesa tra Cina e altri cinque Paesi.

S&D

La nave si è avvicinate a meno di 12 miglia nautiche di distanza dalle isole costruite dalla Cina. Non accadeva dalla fine del 2013, quando i lavori di costruzione delle isole erano iniziati.

Mercoledì 28 ottobre l’ambasciatore americano a Pechino è stato convocato dalle autorità cinesi che hanno protestato per l’avvicinamento della nave da guerra alle isole artificiali nel Mar cinese meridionale.

Il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, ha detto che gli Stati uniti dovrebbero “pensare due volte, e non agire in modo avventato e creare problemi dal nulla”. 

Secondo la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, non si può rivendicare lo spazio di 12 miglia nautiche attorno a delle isole costruite dall’uomo su delle scogliere che erano sommerse. Per questo motivo la giurisdizione sull’arcipelago delle Isole Spratly è rivendicata anche da altri cinque Paesi: Vietnam, Malesia, Brunei, Filippine e Taiwan.

Washington teme che la costruzione delle isole sia un segnale della volontà di espansione militare cinese nel Mar cinese meridionale. La Cina dice che le isole avranno soprattutto un uso civile.

Il presidente cinese Xi, in un incontro con Obama a Washington il 25 settembre, aveva detto che la Cina “non ha intenzione di militarizzare” le isole. Delle foto satellitari, però, mostrano la costruzione di tre piste d’atterraggio militare da parte della Cina nelle Spratly.

Rappresentanti del governo statunitense hanno affermato che il pattugliamento del lanciamissili della Marina attorno alle Spratly aveva l’obiettivo di controllare i piani di militarizzazione di Xi.

Il Pentagono ha specificato che gli Stati Uniti conducono operazioni di pattugliamento regolarmente, in giro per il mondo, per assicurare la libertà di navigazione.

A inizio settembre 2015, la Cina aveva mandato delle navi da guerra a meno di 12 miglia nautiche dalle isole Aleutine, sulla costa dell’Alaska. La Cina aveva detto che l’azione era parte di un’esercitazione di routine con la Russia.

La consigliera alla sicurezza nazionale americana, Susan Rice, ha detto il 21 settembre che le forze americane “navigheranno, voleranno e opereranno ovunque la legge internazionale lo permetta”.

La Cina reclama la giurisdizione sulla maggior parte del Mar cinese del sud, una zona in cui avvengono scambi commerciali per 5mila miliardi di dollari all’anno.

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