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Un’agenzia di viaggi israeliana promuove escursioni sulla cima del monte Hermon, occupata in Siria dalle Idf dopo la caduta del regime di Assad

Immagine di copertina
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sul monte Hermon. Credit: apaimages/SIPA / AGF

Un’agenzia di viaggi israeliana promuove escursioni sulla cima del monte Hermon, sul versante siriano del gruppo montuoso al confine con il Libano “temporaneamente” occupato dalle forze armate dello Stato ebraico (Idf) dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad.

Dopo la caduta di Damasco
e del regime siriano
di Bashar al-Assad,
Israele ne ha approfittato
per occupare “temporaneamente”
una zona cuscinetto demilitarizzata
sulle alture del Golan, un altopiano a circa 60 chilometri a sud-ovest di Damasco, di cui Tel Aviv conquistò
un’ampia porzione
durante la Guerra dei Sei Giorni
del 1967, annettendola
unilateralmente nel 1981,
una mossa poi riconosciuta
dagli Stati Uniti nel 2019
sotto la presidenza
di Donald Trump. Ma l’accordo sul disimpegno
tra Israele e Siria del 1974,
che pose fine alla guerra
dello Yom Kippur, stabilì
una zona cuscinetto
di 235 chilometri quadrati
nella provincia di Quneitra,
dal lato siriano del confine. L’8 dicembre scorso però,
mentre cadeva Damasco e Assad fuggiva in Russia,
le truppe di Tel Aviv
penetravano nella zona mentre il premier
Benjamin Netanyahu assicurava che si trattava solo di una mossa “temporanea”. A meno di un mese da allora, i soldati dello Stato ebraico si sono organizzati per l’inverno, controllando ormai l’intero gruppo di montagne che costituisce l’estremità meridionale della catena dell’Anti-Libano, al confine tra Israele, Siria e Libano.

In questo contesto, l’agenzia di viaggi israeliana Tiyulim Veagadot (in inglese “Tours & Legends”) offre un trekking per escursionisti esperti verso “la nuova vetta dell’Hermon israeliano (conosciuto in precedenza come Hermon siriano…)”. Malgrado l’esercito israeliano abbia designato l’area come “zona militare chiusa” al pubblico, l’azienda ha già fissato il viaggio per il 31 maggio prossimo. “Immaginate Israele dalla cima del (monte, ndr) Hermon, a un’altitudine di 2.814 metri, in un luogo che fino a poco tempo fa era solo un sogno lontano”, si legge nell’annuncio pubblicitario. “La prossima primavera, vi invitiamo a entrare nella storia e a salire sulla cima dell’Hermon israeliano, che si apre per la prima volta agli escursionisti israeliani. La nuova via ci rivela un mondo che è rimasto sigillato per decenni”.

Tiyulim Veagadot Hermon
Pubblicità di un’escursione sulla cima del monte Hermon, sul versante siriano dell’altura occupata da Israele

L’escursione prevede un trekking compreso tra i 12 e i 18 chilometri che, al costo di 200 shekel (meno di 53 euro), dovrebbe durare un’intera giornata, comprensiva di trasferimento in bus navetta e di un giro in funivia. Le prenotazioni, secondo l’agenzia, saranno aperte prima di metà maggio, “quando si scioglierà la neve”.

L’azienda, ha assicurato al quotidiano israeliano online Zman Yisrael il co-direttore di Tiyulim Veagadot Meny Nachman, ha i suoi “accordi” con le forze armate, da cui talvolta ottiene anche l’accesso alle aree designate come “zone militari chiuse” al pubblico. L’agenzia, ha comunque precisato Nachman, organizzerà l’escursione “solo se in possesso delle necessarie approvazioni” e “non accetterà denaro fino a poco prima della data di partenza”.

Escursionisti e organizzatori però, hanno fatto sapere fonti dell’Idf al quotidiano israeliano online, “non hanno alcuna possibilità di raggiungere quest’area perché è una zona militare chiusa al pubblico”. Al momento, hanno fatto sapere fonti delle autorità militari a Zman Yisrael, non c’è alcuna intenzione di aprire il versante siriano del monte Hermon ai civili israeliani.

Dichiarazioni che però non sembrano preoccupare il co-direttore dell’agenzia Nachman. “Organizziamo viaggi anche in altre zone del Paese che non sono esattamente riconosciute da tutti come nostre”, ha spiegato a Zman Yisrael. “Anche nel Sinai, a volte, e in Turchia e in tanti posti che non sono nemmeno esattamente nostri”. “Noi viaggiamo solo su sentieri segnalati e solo con l’autorizzazione dell’esercito e dopo aver fatto un viaggio preparatorio. Non siamo mai partiti senza un permesso stampato in mano”, ha concluso Nachman.

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