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Scontri in Bolivia: un morto e 89 feriti, sindaca vicina a Morales viene aggredita e dipinta di rosso

Immagine di copertina
Le proteste in Bolivia in ottobre 2019

I disordini maggiori sono avvenuti nel comune di Vinto

Scontri in Bolivia: un morto e 89 feriti, sindaca dipinta di rosso per protesta

In Bolivia ci sono stati gravi scontri nella giornata di ieri, mercoledì 6 novembre 2019. Nella regione di Cochabamba (Bolivia centrale), alcuni sostenitori del governo si sono scontrati contro gli oppositori dei comitati civici e del partito Comunidad Ciudadana.

I disordini maggiori sono avvenuti a Vinto, dove un giovane di 20 anni, Limbert Guzmán Vasquez, è morto. Secondo quanto riferisce il quotidiano La Razon, la sorella del giovane ha dichiarato che era stato assoldato dal partito del candidato oppositore al governo, Carlos Mesa, e del presidente del ‘Comité pro Santa Cruz’, Luis Fernando Camacho. “Visto che studiava, voleva guadagnare un po’ di denaro”, ha detto la donna.

Guzmán è la terza vittima da quando sono cominciate le proteste dopo la vittoria alle presidenziali di Evo Morales. Ieri si sono registrati pure 89 feriti ma il bilancio è provvisorio.

Si è verificato anche un grave episodio di violenza nei confronti della sindaca del comune di Vinto, Patricia Arce, appartenente al Movimento per il socialismo (MAS) e sostenitrice del presidente del paese. La donna è stata trascinata per strada, costretta a camminare scalza. Poi le hanno tagliato i capelli e dipinto il corpo di rosso. Secondo quanto riferito dall’emittente venezuelana Telesurtv l’aggressione è avvenuta da parte del gruppo di opposizione chiamato “Resistencia Cochala”. I manifestanti hanno pure incendiato il municipio.

La sindaca di Vinto subito dopo l’aggressione @Twitter/teleSURtv

Gran parte degli aggressori erano giovani e armati di bastoni e pietre. Hanno insultato la donna e l’hanno costretta a dire che avrebbe lasciato l’incarico. “Se mi chiedono di andarmene – ha detto la sindaca tra le lacrime e visibilmente scossa – me ne andrò”.

Arce, nonostante le aggressioni, ha dichiarato di essere disposta a dare la vita per il processo di cambiamento guidato dal governo di Evo Morales. “Non ho paura di dire la mia verità. E sono in un paese libero. E non starò zitta, se vogliono uccidermi mi uccidano”, ha detto.

La sindaca è stata salvata dalla polizia dopo quattro ore di aggressioni e vessazioni.

La situazione politica in Bolivia

In Bolivia si è votato lo scorso 20 ottobre. I cittadini hanno riconfermato al governo il presidente uscente Evo Morales. Questo è il suo quarto mandato.

Il risultato delle presidenziali è stato però contestato dall’opposizione boliviana, dall’Organizzazione degli Stati americani (Osa), dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti, perché ritengono che ci siano state varie irregolarità nel processo elettorale. In varie città della Bolivia erano scoppiate proteste e si erano registrati scontri. Il risultato delle elezioni, che ha visto Morales confermato capo del governo, è stato ufficializzato dal Tribunale supremo elettorale dopo quasi una settimana dal voto.

Elezioni in Bolivia 2019: vince il presidente uscente Evo Morales, risultato contestato dall’opposizione
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