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Home » Esteri

La Russia blocca Instagram, disperate le influencer: “È tutta la mia vita”

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Da oggi, 14 marzo, la Russia ha bloccato l’accesso ad Instagram nel Paese. Una decisione arrivata dopo il cambio di strategia di Meta – la società guidata da Mark Zuckerberg che riunisce i colossi Facebook, Instagram e WhatsApp – di allentare alcune forme di censura sui post contro la Russia. In fondo un’altra moderna forma di sanzioni contro il Cremlino, dopo oltre due settimane dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina.

A farne le spese sono soprattutto i cittadini russi, che perderebbero così anche i propri profili social. Molti d’altronde ormai li usano per lavoro o per leggere le notizie, anche contro la “disinformatja” dei media schierati con Putin. Così molti celebri influencer russi hanno preso la decisione di bloccare Instagram con scene di pianti e disperazione, condivise ovviamente sui social, poche ore prima dell’oscuramento. E non sono mancate le critiche, pensando a chi davvero in questi giorni drammatici è disperato e ha perso tutto a causa dei bombardamenti russi.

“A causa dell’invasione russa dell’Ucraina, siamo indulgenti con espressioni politiche come ‘morte agli invasori russi’, che normalmente violerebbero le nostre regole sui discorsi violenti” ha detto il portavoce di Meta, Andy Stone. Un’iniziativa che il Cremlino non ha apprezzato, per usare un eufemismo, e ha accusato la multinazionale di voler mettere le nazioni l’una contro l’altra. Così, dopo aver chiesto invano l’intervento della Casa Bianca, il governo russo ha deciso di bloccare i social network ai suoi cittadini.

Disperate, come detto, alcune celebri influencer russe: “Se pensate che Instagram sia solo una fonte di guadagno vi sbagliate. Instagram è tutta la mia vita, la mia anima. Mi addormento e mi sveglio ogni giorno da 5 anni”, ha detto una ragazza, secondo quanto riporta Il Messaggero. “Cosa mangerò? Che regali mi verranno dati al mio compleanno, carta igienica?”, scrive un’altra influencer, facendo riferimento anche alla chiusura nel Paese di negozi e multinazionali come McDonalds.

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