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Home » Esteri

Attentato a Mosca, Lukashenko contraddice Putin: “Gli attentatori erano diretti in Bielorussia”

Immagine di copertina
Credit: AGF

Per il leader bielorusso Alexander Lukashenko, i presunti autori della strage del 22 marzo alla Crocus City Hall di Mosca hanno cercato inizialmente di fuggire in Bielorussia e non in Ucraina, come insiste a dire da giorni il presidente russo Vladimir Putin.

S&D

Ieri, per la prima volta, Putin aveva riconosciuto la matrice “islamista” dell’attentato rivendicato dal sedicente Stato Islamico, che ha provocato almeno 139 morti e 200 feriti, rilanciando però la teoria della presunta “finestra aperta” lasciata dall’Ucraina agli attentatori, un’accusa sempre respinta al mittente da Kiev.

Oggi, come riportato dall’agenzia di stampa ufficiale bielorussa BelTA, è stato lo stesso presidente Lukashenko a contraddire il leader del Cremlino. Secondo il capo di stato di Minsk infatti, in un primo momento i presunti autori della strage erano diretti in Bielorussia ma, spaventati dal dispositivo di sicurezza preparato dalle autorità locali, avrebbero poi deciso di tornare indietro verso il confine russo-ucraino.

Durante una conferenza stampa tenuta a margine di un’ispezione alle truppe di stanza nel distretto di Oshmyany dell’Oblast di Grodno, a circa 15 chilometri dal confine con la Polonia, il presidente bielorusso ha spiegato le misure di sicurezza adottate da Minsk subito dopo l’attentato a Mosca.

“Abbiamo messo in allerta le nostre unità. In particolare sono state coinvolte le forze del ministero degli Interni, allestite postazioni sulle strade – comprese quelle alla frontiera con la Russia – e schierate le forze del Kgb, del Comitato per i confini di Stato e alcune unità militari”, ha sottolineato Lukashenko.

“Ecco perché (i presunti attentatori, ndr) non sono potuti entrare in Bielorussia. Lo hanno visto”, ha aggiunto il presidente bielorusso. “Quindi si sono allontanati e si sono diretti verso la sezione del confine ucraino-russo”, dove secondo Lukashenko le operazioni per l’arresto dei presunti autori della strage “sono andate molto bene”.

Il 23 marzo, il giorno dopo l’attentato, quattro presunti attentatori sono stati arrestati a bordo di un’auto nella regione di Bryansk, al confine sia con l’Ucraina che con la Bielorussia. In tutto in Russia sono state fermate 11 persone sospettate di essere coinvolte a vario titolo nell’attacco, di cui 8 si trovano attualmente in carcere con l’accusa di terrorismo.

Oggi il direttore del Fsb, Alexander Bortnikov, ha accusato “i servizi segreti occidentali e i servizi segreti ucraini” di essere “collegati” all’attentato a Mosca anche se, per sua stessa ammissione, i mandanti non sono ancora stati identificati.

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