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Home » Esteri

Russia, l’ambasciata Usa: “Rischio attentati a Mosca nelle prossime 48 ore”

Immagine di copertina
Credit: AGF

Ieri i servizi di sicurezza russi del Fsb hanno annunciato di aver sventato un attentato dell’Isis contro una sinagoga della capitale

Gli Stati Uniti, il Regno Unito e il Canada hanno lanciato una allerta attentati in Russia nelle prossime 48 ore, chiedendo ai propri cittadini di “evitare i grandi raduni a Mosca, compresi i concerti”.

S&D

Il primo avviso è stato emanato ieri dalla rappresentanza diplomatica Usa a Mosca: “L’Ambasciata sta monitorando le notizie secondo cui alcuni estremisti hanno piani imminenti per prendere di mira grandi raduni a Mosca, compresi concerti”, si legge nell’avviso, che non fornisce ulteriori dettagli sulla minaccia denunciata da Washington. “I cittadini statunitensi dovrebbero evitare i grandi raduni nelle prossime 48 ore”.

La capitale russa ospita in queste ore diverse celebrazioni e concerti dedicati alla Giornata internazionale della donna, considerata una delle festività più sentite nel Paese. Ma non è chiaro se l’alert di sicurezza dei diplomatici Usa si riferisse ad eventi legati all’8 marzo.

L’ambasciata statunitense ha comunque chiesto ai cittadini americani di “evitare le folle”, “monitorare i media locali per gli aggiornamenti” ed essere “consapevoli di ciò che vi circonda”.

L’avviso è stato poi rilanciato oggi anche dalla rappresentanza diplomatica del Regno Unito a Mosca, che “consiglia ai cittadini britannici di prendere in considerazione l’idea di lasciare la Russia”.

Anche il portale ufficiale Global Affairs Canada, che offre consigli ai cittadini canadesi all’estero, ha citato l’allerta lanciata dagli Usa, chiedendo di “evitare ogni viaggio in Russia”.

È intervenuta anche la Farnesina che, senza citare l’allerta data dagli Usa, ha chiesto ai cittadini italiani di “continuare ad evitare, nelle prossime settimane, ogni forma di assembramento nella capitale, ivi inclusa la partecipazione ad eventi culturali con grossa affluenza di pubblico”.

A Mosca non l’hanno presa bene: Margarita Simonyan, direttrice del canale russo RT e considerata una delle maggiori alleate del presidente Vladimir Putin, ha commentato: “Se le ambasciate statunitensi e britanniche hanno informazioni concrete, devono essere trasmesse ai servizi segreti. Spero che lo abbiano fatto, altrimenti questa si chiama complicità”.

Ufficialmente, il Cremlino non ha reagito alla denuncia arrivata dagli Usa, anche se nelle stesse ore in cui veniva pubblicata l’allerta l’ambasciatrice americana a Mosca Lynn Tracy veniva convocata al ministero degli Esteri russo. Secondo una nota pubblicata dal governo russo, la convocazione non aveva comunque nulla a che fare con l’allarme lanciato dai diplomatici di Washington. In questa occasione infatti, Tracy è stata informata che tre ong americane attive in Russia erano state riconosciute come “organizzazioni indesiderabili” e che pertanto la rappresentanza diplomatica statunitense doveva cessare ogni rapporto con loro.

Il comunicato conteneva però anche un nota: “Si sottolinea che i tentativi di ingerenza negli affari interni della Federazione Russa, comprese le azioni sovversive e la diffusione di disinformazione nel contesto delle elezioni e di un’operazione militare speciale (la guerra in Ucraina, ndr), saranno repressi con durezza e decisione, fino all’espulsione come persona non grata dei dipendenti dell’ambasciata americana coinvolti in tali azioni”.

L’allerta americana arriva a poche ore da un’operazione del Servizio di sicurezza federale russo (Fsb), che ieri ha annunciato di aver sventato un attentato terroristico contro una sinagoga di Mosca attribuito al sedicente Stato Islamico: secondo l’agenzia di stampa russa Tass, gli agenti hanno fatto irruzione in un covo dell’Isis a Kaluga, a sud-ovest della capitale, uccidendo due presunti appartenenti all’organizzazione e sequestrando armi, munizioni, esplosivi e passamontagna.

La cellula apparteneva, secondo una nota del Fsb, a Wilayat Khorasan, la branca afghana dell’Isis. “I suoi membri stavano pianificando di commettere un atto terroristico contro una delle istituzioni religiose ebraiche a Mosca”.

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