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Uccide la figlia di due anni della compagna, la polizia: “L’omicidio peggiore degli ultimi decenni”

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L'uomo inizialmente ha negato le accuse e ha cercato di scaricare la colpa sulla madre della bambina

Un uomo di 20 anni, Martin Johnson, è stato accusato dell’omicidio di Erin Tomkins, la figlia di due anni della sua compagna. L’omicidio è avvenuto nella contea inglese South Yorkshire

La bambina è morta a causa delle numerose ferite riportate: secondo la polizia Erin Tomkins è stata raggiunta da 10 colpi alla testa, ma l’autopsia ha anche rivelato che la bambina aveva fratture agli arti e alla colonna vertebrale.

Secondo l’ispettore capo, il detective Steve Whittaker della polizia del South Yorkshire, la morte della bimba è stato un “attacco selvaggio”, e ha descritto l’omicidio come “il caso peggiore degli ultimi decenni”.

“In 32 anni di carriera non mi sono mai trovato davanti a una cosa simile”, ha aggiunto l’ispettore capo. “Questo è un uomo che non ha mostrato mai alcun rimorso e questo la dice lunga”. Inoltre l’uomo accusato di omicidio ha anche cercato di incolpare la madre di Erin dell’omicidio nel tentativo di scaglionarsi.

Johnson, ex chef, alla fine ha dovuto ammettere le sue colpe. Inizialmente si era giustificato davanti alla polizia raccontando che lui e la bambina stavano semplicemente giocando in casa quando la piccola si è sentita male.

Johnson aveva chiamato i soccorsi dalla casa della madre di Erin a Leighton Road, nella zona di Glockless di Sheffield: al loro arrivo i soccorritori avevano trovarono la piccola ricoperta da lividi sul viso e sul corpo, e sangue ovunque.

Gli agenti però non hanno creduto alla sua storia e lo hanno riconosciuto colpevole di omicidio dopo meno di due ore di interrogatorio.

La madre della bambina uccisa, Kira Tomkins, era in tribunale insieme alla sua famiglia al momento del verdetto ed è scoppiata in lacrime dopo aver sentito la sua confessione.

Mia figlia non avrebbe mai dovuto aver paura in casa sua”, è stato il commento della donna. “Avrebbe dovuto avere l’opportunità di crescere e vivere la sua vita, ma non ha mai nemmeno potuto iniziarla. Quando chiudo gli occhi la vedo e questo mi ricorda la sua innocenza”.

Il fatto è accaduto il 21 febbraio del 2018, ma la condanna è arrivata con quasi un anno di distanza.

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