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Home » Esteri

Raid aerei colpiscono tre ospedali in Siria

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Sono oltre venti le vittime degli attacchi che hanno distrutto un centro medico al confine con la Turchia e un ospedale di Medici senza frontiere

Oltre 20 persone sono rimaste uccise nel corso dei raid aerei che lunedì 15 febbraio 2016 hanno colpito tre ospedali e una scuola in due città controllate dai ribelli nel nord della Siria.

S&D

Sono almeno 14 le vittime dell’attacco nella città siriana di Azaz, situata nel nord del paese a ridosso del confine con la Turchia. Tra le vittime ci sarebbero anche dei bambini, secondo quanto riferito dai media locali.

Un ospedale di Medici senza frontiere (Msf) a Maarat al-Numan, nella provincia nordoccidentale di Idlib, è stato distrutto nel corso di un altro attacco. Sarebbe stata colpita anche una terza struttura ospedaliera nella medesima località.

Testimoni hanno raccontato che almeno cinque missili hanno colpito un ospedale per bambini nel centro della città di Azaz, una scuola vicina dove avevano trovato riparo alcuni sfollati, e altri obiettivi. Un altro rifugio occupato dai profughi a sud della città sarebbe stato colpito da raid aerei russi. 

Un medico locale, Juma Rahal, ha riferito che gli operatori sanitari hanno spostato dall’ospedale decine di bambini terrorizzati. Mentre alcune ambulanze hanno trasportato in Turchia molte delle persone rimaste ferite nel corso dell’attacco. Due bambini sarebbero rimasti uccisi, ha aggiunto Rahal.

Decine di migliaia di persone erano arrivate nella città di Azaz, ultima roccaforte controllata dai ribelli non distante dal confine con la Turchia, dalle zone e dai paesi limitrofi dove sono in corso feroci combattimenti fra l’esercito siriano, con il sostegno degli alleati, e le milizie ribelli. 

Il Primo ministro turco, Ahmet Davutoglu, ha commentato dall’Ucraina, dove si trova in visita ufficiale, che a colpire l’ospedale e la scuola, causando la morte di alcuni bambini, sarebbero stati proprio missili balistici russi. Continua, quindi, lo scambio di accuse tra Ankara e Mosca

Davutoglu ha anche detto che la Turchia non permetterà alle Unità di protezione popolare (Ypg), le milizie curde sostenute dal Partito dell’unione democratica (Pyd), di prendere il controllo di Azaz.

Infatti, sia le forze governative che le milizie curde contendono il controllo di Azaz ai ribelli. L’Ypg avanza da ovest mentre l’esercito siriano porta l’offensiva da sud. Il controllo della cittadina garantirebbe il controllo del punto di frontiera di Bab al-Salam (porta della pace).

Il portavoce del ministro degli Esteri turco, Tanju Bilgic, ha riferito ai giornalisti che il 15 febbraio un avamposto di frontiera nella zona di Hatay è stato attaccato dalle milizie curde e che le forze di sicurezza avrebbero risposto al fuoco. Si tratta del terzo giorno di attacchi turchi sulle postazioni curde in Siria.

Nel frattempo, (Msf) ha reso noto che anche il suo ospedale di Maarat al-Numan ha subito un attacco nel corso della mattinata.

Il capo della missione di Msf in Siria, Massimiliano Rebaudengo, ha denunciato con forza quello che “appare come un deliberato attacco sulla struttura sanitaria […] La distruzione dell’ospedale lascia la popolazione locale di circa 40 mila persone senza alcun accesso a servizi medici in una zona di conflitto attivo”.

Quattro missili sarebbero stati lanciati contro il centro medico e otto membri dello staff risultano dispersi. Per il momento, le vittime accertate sono almeno sette. 

Duro l’attacco del presidente di Medici senza frontiere francese, Mego Terzian, il quale ha dichiarato che dietro l’attacco ci sarebbero il governo di Damasco e i suoi alleati russi. 

Gli attivisti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani hanno diffuso la notizia secondo cui anche l’Ospedale nazionale situato nella parte nord di Maarat al-Numan è stato colpito. Due infermieri sarebbero rimasti uccisi.

Venerdì 5 febbraio 2016 un altro ospedale – situato nella località di Tafas, nel distretto meridionale di Daraa – supportato da Msf era stato colpito nel corso di un raid aereo. Tre persone erano rimaste uccise e sei ferite.

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