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Home » Esteri

I deputati Usa occupano la camera per convincere il Congresso a votare la legge sulle armi

Immagine di copertina

Diversi deputati democratici hanno organizzato un sit-in nell'aula della Camera a Washington che grazie alla diretta Periscope ha avuto un grande successo in rete

Mercoledì 22 giugno più di 160 esponenti del partito democratico statunitense hanno messo in scena un sit-in presso la camera dei rappresentanti a Washington per protestare contro l’inattività dei legislatori rispetto alla vendita e al controllo delle armi nel paese.

L’occupazione dell’aula è stata ripresa in video dagli stessi deputati coinvolti attraverso Periscope, la funzione di Twitter in grado di trasmettere dal vivo attraverso la videocamera del proprio smartphone, visto che le telecamere istituzionali erano state spente dal presidente della camera Paul Ryan, esponente del partito repubblicano.

La protesta è stata l’ultima mossa dei democratici per convincere la maggioranza repubblicana al Congresso a prendere provvedimenti sulle misure di controllo delle armi in risposta alla sparatoria di massa della scorsa settimana a Orlando, in Florida, la più letale nella storia degli Stati Uniti. Il sit-in è stato guidato dal deputato John Lewis, un veterano del movimento per i diritti civili degli anni Sessanta.

“Con le trasmissioni ufficiali sospese alla Camera, abbiamo creato un canale da seguire su #Periscope dal vivo all’hashtag #NoBillNoBreak”, hanno dichiarato i deputati, e l’hashtag è salito rapidamente in testa dei trending topic negli Stati Uniti.

Le proteste all’interno dell’aula si sono protratte per oltre dieci ore, con lo speaker della Camera, il repubblicano Paul Ryan, che non è riuscito a riportare l’ordine neanche quando sul pavimento sono comparsi sacchi a pelo, coperte e cuscini.

Nel frattempo, un nutrito gruppo di cittadini si è radunato fuori dalla sede del Congresso per sostenere a distanza la protesta, e infine anche il presidente Obama ha sostenuto l’azione dei deputati con un tweet di sostegno a John Lewis, leader della protesta:

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