Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 17:58
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Il premier cinese ha promesso che “renderà i cieli della Cina di nuovo blu”

Immagine di copertina

Il primo ministro Li Keqiang parlando davanti al Congresso ha promesso di rinforzare la battaglia contro l'inquinamento atmosferico, uno dei peggiori drammi del paese

Il premier cinese ha presentato un piano per “rendere i cieli del paese di nuovo azzurri”. 

— Questa notizia puoi leggerla direttamente sul tuo Messenger di Facebook. Ecco come

Il primo ministro Li Keqiang ha promesso di rinforzare la battaglia contro l’inquinamento atmosferico, uno dei drammi del paese. 

Le città della Cina sono tra le più inquinate al mondo e l’inquinamento atmosferico è causa di morte prematura per almeno un milione di persone all’anno. 

Parlando in apertura del Congresso nazionale del popolo a Pechino il 5 marzo 2017, Li ha ammesso che il suo paese sta affrontando una “grave” crisi ambientale, e ha presentato una serie di misure anti-smog compreso il taglio nell’uso del carbone, la riconversione delle centrali elettriche a carbone, la riduzione drastica delle emissioni dei veicoli attraverso l’incoraggiamento dell’uso delle automobili a energia pulita, e ha promesso sanzioni contro i crimini ambientali.

L’industria pesante, fonte principale di inquinamento, sarà posta sotto monitoraggio 24 ore su 24 nel tentativo di ridurne le emissioni.

Il premier ha inoltre promesso una drastica riduzione entro l’anno prossimo dei livelli di concentrazione di polveri fini (PM2.5), senza però citare un obiettivo numerico concreto. 

In Cina vi è grande frustrazione e malcontento per il fallimento di Pechino e gli scarsi risultati ottenuti nel tentativo di rendere l’atmosfera più pulita. 

Decine di migliaia di persone, definite “profughi da smog” sono fuggiti dalle città, in seguito al recente “allarme rosso” di qualche mese fa.

Tante celebrità del paese si sono esposte pubblicamente contro la produzione selvaggia, i cui obiettivi economici vanno in direzione opposta a quella della difesa ambientale, e hanno invocato pesanti sanzioni. 

— Non restare fuori dal mondo. Iscriviti qui alla newsletter di TPI e ricevi ogni sera i fatti essenziali della giornata 

Ti potrebbe interessare
Esteri / Reportage TPI – Il prezzo del sangue: così i tagli di Trump mettono a rischio la lotta all’HIV in Uganda
Esteri / Make Antitrust Great Again? Tutte le crepe nel movimento trumpiano tra lobbisti e falchi dei monopoli
Esteri / L’età della grande paralisi globale: ecco perché nessuno può sfidare il duopolio di Usa e Cina
Ti potrebbe interessare
Esteri / Reportage TPI – Il prezzo del sangue: così i tagli di Trump mettono a rischio la lotta all’HIV in Uganda
Esteri / Make Antitrust Great Again? Tutte le crepe nel movimento trumpiano tra lobbisti e falchi dei monopoli
Esteri / L’età della grande paralisi globale: ecco perché nessuno può sfidare il duopolio di Usa e Cina
Esteri / Oms: “Oltre 1.000 persone sono morte a Gaza in attesa di un’evacuazione medica dal luglio 2024”
Esteri / L’indiscrezione: “Grecia, Israele e Cipro valutano una forza militare congiunta nel Mediterraneo”
Ambiente / È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Da oggi potete acquistare la copia digitale
Esteri / Piogge torrenziali, raid aerei e aiuti in ritardo: la tregua con Israele regge ma a Gaza si continua a morire
Esteri / Il discorso di Trump agli Usa: “Ho ereditato un disastro ma ora l’America è tornata”
Esteri / Iran, condannato a morte per “corruzione sulla Terra”: ora il pugile Mohammad Javad Vafaei Sani rischia l’esecuzione
Esteri / Putin minaccia: “La Russia raggiungerà tutti gli obiettivi in Ucraina. Con la diplomazia o con la forza”