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Perù, scarcerata la leader d’opposizione Keiko Fujimori: era detenuta per un caso di presunta corruzione

Immagine di copertina
La leader d'opposizione peruviana Keiko Fujimori

Ad approvare il rilascio è stato il Tribunale costituzionale. La decisione non costituisce un giudizio di innocenza in merito alle accuse di aver accettato denaro dal colosso brasiliano delle costruzioni Odebrecht

Perù, scarcerata la leader d’opposizione Keiko Fujimori

In Perù la leader d’opposizione e due volte candidata alla presidenza Keiko Fujimori è stata scarcerata. La figlia dell’ex presidente incarcerato Alberto Fujimori ha lasciato la prigione in cui si trovava durante le indagini su di lei per presunta corruzione. Ad approvare il rilascio è stato il Tribunale costituzionale.

Keiko Fujimori, 44 anni, è uscita ieri sera, venerdì 29 novembre, dal penitenziario femminile nel distretto di Chorrillos a Lima. È tra la gioia dei suoi sostenitori e ricevendo un mazzo di rose da suo marito Mark Villanella, che aveva fatto uno sciopero della fame chiedendone il rilascio.

Fujimori ha definito la sua detenzione preventiva di 13 mesi il “periodo più doloroso della mia vita: la prima cosa che voglio fare ora che sono per strada è ringraziare Dio per avermi dato la forza di resistere”.

La decisione del Tribunale costituzionale non costituisce un giudizio di innocenza in merito alle accuse di aver accettato denaro dal colosso brasiliano delle costruzioni Odebrecht. E la Fujimori potrebbe ancora tornare in una cella.

La leader d’opposizione ha raccolto l’eredità politica del padre Alberto che governò il Perù per tutti gli anni Novanta. A partire dall’autogolpe del 1992, Fujimori sospese le libertà democratiche, chiuse il Parlamento e impose la censura ai mezzi di informazione, con la scusa delle attività terroristiche di Sendero Luminoso.

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Il regime di Fujimori durò fino al 2000, quando, tra le manifestazioni di protesta, il leader lasciò il Paese sudamericano per rifugiarsi in Giappone. Alberto Fujimori fu poi arrestato in Cile, nel 2005. E fu estradato due anni dopo in Perù, quindi processato e condannato a 25 anni di carcere per le violazioni dei diritti umani commesse durante il regime.

Nonostante violazioni delle libertà, come dimostrato dai risultati elettorali degli ultimi anni, nella società peruviana c’è ancora una parte di nostalgici di Fujimori.

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