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Patrick Zaki, udienza aggiornata al 28 febbraio. Gli attivisti: “Memoria difensiva inascoltata”

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È stata aggiornata al 28 febbraio l’udienza sul caso Patrick Zaki presso il tribunale di Mansoura, in Egitto, che deciderà sulle sorti del ricercatore egiziano liberato l’8 dicembre 2021 – con divieto di espatrio dall’Egitto – dopo 22 mesi di detenzione nelle carceri di Tora e Mansoura. “L’udienza è terminata senza completare l’ascolto della memoria difensiva e siamo in attesa della decisione”: hanno scritto in arabo su Facebook gli attivisti che curano l’account “Patrick Libero”. È stato lo stesso Zaki a dare notizia del rinvio dell’udienza sui suoi profili social.

Secondo una fonte informata egiziana a Mansoura sentita dall’Ansa, quella odierna doveva essere l’ultima udienza del processo a carico dello studente arrestato all’aeroporto del Cairo a febbraio del 2020 e a piede libero da dicembre scorso, dopo quasi due anni di custodia cautelare scontata nelle carceri di massima sicurezza egiziane. La accuse a carico di Zaki riguardano un articolo scritto dal ricercatore in studi di genere dell’Università di Bologna in cui prendeva le difese della minoranza cristiana copta, a cui lui stesso appartiene, e sottolineava le sanguinarie persecuzioni dell’Isis negli anni precedenti.

L’udienza è considerata da Amnesty International come un’occasione per verificare la “disponibilità” dell’Egitto ad aprire una “nuova fase” nelle relazioni con l’Italia sebbene la magistratura egiziana sia indipendente dal potere politico, almeno formalmente.

 

 

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