Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 11:57
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Oltre 600 persone sono morte nei centri per migranti e nelle prigioni malesi dal 2015

Immagine di copertina

I dati sono stati diffusi dal gruppo per i diritti umani della Malesia Suhakam, che denuncia la situazione nei centri detentivi del paese

Il gruppo per i diritti umani nazionale della Malesia ha affermato martedì 4 aprile che più di 600 persone sono morte all’interno dei centri di detenzione per i migranti e delle prigioni negli ultimi due anni, e ha chiesto una riforma immediata di questo settore.

— Questa notizia puoi leggerla direttamente sul tuo Messenger di Facebook. Ecco come

Nel suo report del 2016, il gruppo, conosciuto con il suo nome malese Suhakam, ha affermato che più di 100 morti sono avvenute nei centri di detenzioni per i migranti e 521 sono state le morti in prigione tra il 2015 e il 2016. 

Secondo l’agenzia di stampa Reuters più della metà dei morti nei centri per migranti proviene dalla Birmania.

Secondo Suhakam gran parte delle morti deriva da malattie presenti in tutte le prigioni e i centri di detenzione e il governo dovrebbe cercare di migliorare le condizioni e l’assistenza sanitaria.

“C’è uno scarso interesse nei diritti umani dei detenuti”, ha affermato il direttore Razali Ismail. “Questa attitudine si ritrova nelle priorità del governo nel bilancio e nelle risorse messe a disposizione”.

In particolare, secondo Ismail, nei centri di detenzione per migranti le persone vivono lunghi periodi senza la possibilità di movimento o di dormire in condizioni decenti, tanto da arrivare a vivere in situazioni “inumane”.

Alcuni ex detenuti delle prigioni e dei centri per migranti hanno denunciato di aver vissuto ricevendo quantità di cibo non sufficienti, con scarse condizioni di igiene e mancanza di acqua, oltre ad aver affrontato malattie contagiose. Questi testimoni raccontano inoltre delle violenze subite da loro o da altri detenuti. 

Il documento diffuso da Suhakam mostra che i detenuti sono morti principalmente per infezioni ai polmoni, problemi cardiaci e leptospirosi. Nessuna causa è stata attribuita alla morte di circa 50 persone. 

— Non restare fuori dal mondo. Iscriviti qui alla newsletter di TPI e ricevi ogni sera i fatti essenziali della giornata

Ti potrebbe interessare
Esteri / Trump fa causa alla BBC per diffamazione e chiede un risarcimento da 10 miliardi di dollari
Esteri / Ucraina, dopo Berlino Trump è ottimista: “Mai così vicini alla pace”. Ma resta il nodo Donbass con la Russia
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Ti potrebbe interessare
Esteri / Trump fa causa alla BBC per diffamazione e chiede un risarcimento da 10 miliardi di dollari
Esteri / Ucraina, dopo Berlino Trump è ottimista: “Mai così vicini alla pace”. Ma resta il nodo Donbass con la Russia
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Esteri / Elena Basile a TPI: “La guerra ha ridotto l’Europa al vassallaggio. Bisogna rifondare l’Ue”
Esteri / Terre rare e altre materie critiche: la pistola della Cina puntata alla testa degli Stati Uniti
Esteri / Sudan Connection: la geopolitica del massacro tra oro, armi e interessi internazionali
Esteri / L’esperta del Gruppo di Lavoro Onu contro le Sparizioni Forzate Aua Baldé a TPI: “Le vittime registrate in Sudan non sono nemmeno la punta dell’iceberg”
Esteri / Il genocidio in Sudan di cui non parla nessuno