Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 07:15
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Germania, 560.000 persone di nuovo in lockdown dopo il focolaio nel mattatoio Tönnies

Immagine di copertina

Germania, 560mila persone in lockdown

Dopo l’esplosione del focolaio di Coronavirus nel mega mattatoio di Toennis, a nord est della Germania, il Paese ha reintrodotto il lockdown nel distretto di Guetersloh, dove sorge lo stabilimento. Lo ha reso noto oggi, martedì 23 giugno, il ministro presidente del Land Nord Reno-Westphalia, Armin Laschet. “Per la prima volta in Germania, riporteremo un intero distretto alle misure che erano applicate settimane fa”, ha spiegato. Oltre 1.500 dei quasi 7 mila lavoratori del mattatoio di Toennis sono risultati positivi al Covid-19 finora, mentre il portavoce della cancelliera Angela Merkel, Steffen Seibert, ha fatto sapere che almeno 20 di questi sono ricoverati in ospedale, alcuni in terapia intensiva.

La misura di confinamento, intanto, colpirà circa 560mila persone e sarà valida fino al 30 giugno, quando si potrà capire se il virus si è nel frattempo diffuso anche tra chi non lavorava nel mattatoio o non era direttamente collegata ai dipendenti. Le autorità hanno annunciato che effettueranno tamponi a tappeto su tutta la popolazione, e i dipendenti degli altri stabilimenti per la lavorazione delle carni del Land, dove lavorano circa 20mila persone, sono già stati sottoposti ai primi test.

Le regole della nuova quarantena in Germania saranno le stesse imposte nel corso del primo lockdown: divieto di assembramento, chiusura totale di bar, palestre, ristoranti, cinema, così come di asili nido e scuole, cancellazione degli eventi culturali in programma. Intanto gli addetti dell’impianto, chiuso a tempo indeterminato, sono dalla scorsa settimana in quarantena insieme ai familiari. Ma, poiché secondo le autorità farla rispettare non risulta troppo facile, alcune unità dell’esercito federale e centinaia di poliziotti sono stati inviati nel distretto con l’obiettivo di vigilare sull’osservanza delle regole.

In tutto questo, il ministro Laschet ha accusato i responsabili dello stabilimento, dove gli operai lavorano oltre otto ore al giorno nella quasi totale violazione delle norme igieniche e di sicurezza, di non aver mostrato collaborazione: le informazioni relative ai dipendenti, obbligatorie per legge, sono state comunicate alle autorità in modo completo solo sabato mattina, quando probabilmente il virus già circolava tra i dipendenti, le famiglie e i contatti fuori dal nucleo familiare che non erano ancora stati avvisati o messi in quarantena. E, come riporta il Corriere della Sera, molti operai sono partiti con le proprie famiglie per far rientro nei Paesi d’origine. Non è escluso dunque che vengano richiesti danni all’azienda per vie legali.

Ti potrebbe interessare
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Ti potrebbe interessare
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Esteri / Elena Basile a TPI: “La guerra ha ridotto l’Europa al vassallaggio. Bisogna rifondare l’Ue”
Esteri / Terre rare e altre materie critiche: la pistola della Cina puntata alla testa degli Stati Uniti
Esteri / Sudan Connection: la geopolitica del massacro tra oro, armi e interessi internazionali
Esteri / L’esperta del Gruppo di Lavoro Onu contro le Sparizioni Forzate Aua Baldé a TPI: “Le vittime registrate in Sudan non sono nemmeno la punta dell’iceberg”
Esteri / Il genocidio in Sudan di cui non parla nessuno
Esteri / La corsa della Cina alla supremazia tecnologica globale
Esteri / Il direttore del programma di Emergency in Sudan, Matteo D’Alonzo, a TPI: “Si combatte di casa in casa, persino tra familiari. E anche con i droni”