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Home » Esteri

Nigeria: membro di Boko Haram condannato a 15 anni per il rapimento di 200 ragazze nel 2014

Immagine di copertina
Credit: Reuters/Afolabi Sotunde

Il caso del sequestro delle studentesse di Chibok aveva dato vita a un movimento internazionale di attivisti, che si erano mobilitati per il rilascio delle ragazze

Nell’ambito di un vasto procedimento giudiziario contro membri del movimento terroristico islamico Boko Haram, un tribunale federale nigeriano ha condannato a 15 anni di carcere Varuna Yahaya, un uomo che aveva partecipato al rapimento di oltre 200 studentesse nel 2014.

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Il caso del rapimento delle ragazze di Chibok aveva scosso l’opinione pubblica mondiale; 276 studentesse di una scuola furono sequestrate, e solo 50 di loro riuscirono a fuggire.

Il fatto generò un’ondata di indignazione e diede vita alla campagna internazionale #bringbackourgilrls lanciata su Twitter, e alla quale aderirono tra gli altri Michelle Obama e Malala Yousafzai, la ragazza pakistana premio Nobel per la pace.

Alcune ragazze vennero liberate dall’esercito nigeriano, di altre si sono perse le tracce.

Varuna Yahaya è uno dei 20 esponenti di Boko Haram condannati a varie pene detentive per il sequestro delle studentesse. Il rapimento avvenne in una scuola secondaria dello stato di Borno.

Gli altri 19 uomini processati hanno avuto condanne tra i tre i cinque anni di reclusione. A pronunciare la sentenza è stato il tribunale di Wawa Caronment, nell’ovest della Nigeria.

Varuna Yahaya, che svolgeva la professione di commerciante, ha sostenuto durante il processo di essere stato costretto ad eseguire degli ordini, e che in caso contrario sarebbe stato ucciso dai membri di Boko Haram, in cui si era arruolato contro la sua volontà.

Il giudice, tuttavia, ha ritenuto che l’uomo abbia avuto la possibilità di scegliere di non partecipare all’attività terrorista di Boko Haram, e per questo è stato condannato in virtù del Terrorism Presentino Act del 2011.

Il processo per i crimini dei membri di Boko Haram prosegue, e vedrà comparire davanti a giudici di diversi tribunali circa 700 detenuti.

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