Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 17:56
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Una startup nigeriana ha creato una serie di supereroi africani

Immagine di copertina

L'industria dei fumetti sta avendo un grande successo nel continente africano e la storia di Comic Republic ne è la prova

Comic Republic è una startup con sede a Lagos, in Nigeria. In questi giorni sta lavorando alla creazione di una serie a fumetti di supereroi africani pensata per i lettori neri in tutto il mondo.

“Quando ero piccolo pensavo sempre: cosa farebbe Superman? Cosa farebbe Batman? Allora ho pensato: cosa farebbero i supereroi africani?” ha riferito al sito Quartz il capo esecutivo della società Jide Martin.

Sono così nati, a partire dal 2013, i personaggi di Comic Republic: c’è Guardian Prime, un fashion-designer nigeriano che usa la sua forza sovrumana per migliorare il suo paese.

C’è Hilda Avonomemi Moses, una donna di un remoto villaggio dello stato di Edo, nel sud della Nigeria, con il potere di vedere gli spiriti, e Marcus Chigozie, giovane privilegiato ma dal carattere irascibile, capace di muoversi a velocità supersonica.

Il successo di Comic Republic è sintomatico di un momento particolarmente favorevole per i fumetti nel continente africano. I lavori, che possono essere scaricati online, sono sempre più diffusi: se nel 2013 contavano solamente su alcune centinaia di download, oggi raggiungono tranquillamente quota 25mila.

Tutti i fumetti sono scaricabili gratuitamente dal sito della startup, che punta a mantenersi attraverso la pubblicità.

Il successo di Comic Republic è andato oltre le semplici storie dei loro protagonisti: diverse compagnie hanno infatti richiesto di creare fumetti ad hoc per i loro prodotti, così come diverse Ong hanno chiesto aiuto agli artisti nigeriani per illustrare al meglio i rischi di diverse malattie diffuse nel continente.

Il lavoro dei fumettisti di Comic Republic si può collocare nella forte crescita culturale che il continente africano sta vivendo negli ultimi anni. Grazie anche al loro lavoro, la città nigeriana di Lagos ospita da alcuni anni un Comic-con dedicato ai fumetti e all’industria dell’intrattenimento. Dal 2015 un altro evento di questo tipo è invece ospitato dal Kenya.

Negli ultimi anni stanno emergendo anche altri fumetti in Africa, oltre quelli di Comic Republic. C’è ad esempio il sudafricano Kwezi, termine che significa “stella” nelle lingue xhosa e zulu.

Ti potrebbe interessare
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Ti potrebbe interessare
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Esteri / Elena Basile a TPI: “La guerra ha ridotto l’Europa al vassallaggio. Bisogna rifondare l’Ue”
Esteri / Terre rare e altre materie critiche: la pistola della Cina puntata alla testa degli Stati Uniti
Esteri / Sudan Connection: la geopolitica del massacro tra oro, armi e interessi internazionali
Esteri / L’esperta del Gruppo di Lavoro Onu contro le Sparizioni Forzate Aua Baldé a TPI: “Le vittime registrate in Sudan non sono nemmeno la punta dell’iceberg”
Esteri / Il genocidio in Sudan di cui non parla nessuno
Esteri / La corsa della Cina alla supremazia tecnologica globale
Esteri / Il direttore del programma di Emergency in Sudan, Matteo D’Alonzo, a TPI: “Si combatte di casa in casa, persino tra familiari. E anche con i droni”