Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 22:37
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

I nastri mai pubblicati di Bob Marley ritrovati in uno scantinato di Londra

Immagine di copertina

Le registrazioni, con alcuni concerti effettuati a Londra e Parigi, marcivano da tempo immemore nel seminterrato di un hotel e solo ora sono tornate alla luce

L’eredità musicale di Bob Marley, a quasi trentasei anni dalla morte avvenuta nel 1981, è ancora oggi grandissima, con una discografia che continua a ispirare le nuove generazioni e a diffondere il verbo del reggae in tutto il mondo.

Nessuno però poteva sospettare che l’eredità concreta del re della musica giamaicana avesse ancora qualcosa in serbo per i suoi fan, in particolare sotto forma di registrazioni di storici concerti rimaste nascoste in uno scantinato per quarant’anni.

La scoperta è stata fatta nel seminterrato di un hotel fatiscente in un angolo sperduto nel nordovest di Londra: tredici nastri analogici con le registrazioni ufficiali in alta qualità di concerti effettuati da Marley e dai suoi Wailers a Londra e Parigi tra il 1974 e il 1978, di cui fino ad oggi nessuno conosceva l’esistenza, o quasi.

La storia del ritrovamento di questi live ha dell’incredibile: Joe Gatt, uomo d’affari e grande fan di Marley, ha ricevuto tempo fa una telefonata da un suo amico che si stava occupando di svuotare dalle cianfrusaglie un ex albergo londinese dove negli anni Settanta anche Marley e la sua band avevano alloggiato.

L’amico disse a Gatt di aver trovato quelli che sembravano alcuni nastri appartenenti al cantante giamaicano, e Gatt, accortosi del tesoro che aveva tra le mani, ha cercato in tutti i moti di ripulirli e farli tornare in condizioni accettabili con i migliori specialisti del settore, visto che sembravano apparentemente danneggiati in modo irreparabile dall’umidità.

Ma ora, grazie alle più moderne tecnologie, i nastri sono stati puliti, restaurati e trasferiti in digitale, facendo sì che, non appena ce ne sarà la possibilità, anche il grande pubblico potranno ascoltare le storiche registrazioni dal vivo effettuate al Lyceum di Londra nel 1975, all’Hammersmith Odeon nel 1976, al Rainbow nel 1977 e al Pavillon di Parigi l’anno successivo.

Il tecnico che si è occupato di restaurare i nastri ha dichiarato che si è trattato di un’operazione miracolosa che ha richiesto quasi un anno di lavoro: “Quando ho visto i nastri per la prima volta avrei voluto dire ‘No, grazie’. Erano coperti di muffa, sembravano davvero malandati e avevano chiaramente subito moltissimi danni dall’acqua. È stato senza ombra di dubbio uno dei progetti più difficili che abbia mai affrontato, un vero e proprio atto d’amore”.

Questo uno dei nastri ritrovati:

Ti potrebbe interessare
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Ti potrebbe interessare
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Esteri / Elena Basile a TPI: “La guerra ha ridotto l’Europa al vassallaggio. Bisogna rifondare l’Ue”
Esteri / Terre rare e altre materie critiche: la pistola della Cina puntata alla testa degli Stati Uniti
Esteri / Sudan Connection: la geopolitica del massacro tra oro, armi e interessi internazionali
Esteri / L’esperta del Gruppo di Lavoro Onu contro le Sparizioni Forzate Aua Baldé a TPI: “Le vittime registrate in Sudan non sono nemmeno la punta dell’iceberg”
Esteri / Il genocidio in Sudan di cui non parla nessuno
Esteri / La corsa della Cina alla supremazia tecnologica globale
Esteri / Il direttore del programma di Emergency in Sudan, Matteo D’Alonzo, a TPI: “Si combatte di casa in casa, persino tra familiari. E anche con i droni”