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Myanmar, Aung San Suu Kyi condannata a cinque anni per corruzione. La premio Nobel per la pace nega le accuse

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Aung San Suu Kyi è stata condannata a cinque anni di carcere dopo essere stata accusata di corruzione da un tribunale controllato dalla giunta militare del Myanmar. Si tratta dell’ultimo episodio in una serie di casi legali visti come un tentativo di rimuoverla dal potere in quanto minaccia politica.

La leader deposta era stata fatta arrestare durante il golpe militare di febbraio dell’anno scorso. Da allora il Paese è precipitato in una crisi politica e l’escalation verso la guerra civile si fa sempre più imminente. Su Suu Kyi, 76 anni, pendono 18 capi d’accusa, dalla frode elettorale alla violazione della legge sui segreti di Stato. I vari reati portano con sé il massimo della pena e qualora venisse condannata la ‘signora irriducibile’ potrebbe passare il resto della sua vita in stato di detenzione.

L’ultimo caso la vede colpevole di aver accettato 11,4 chilogrammi di lingotti d’oro e pagamenti in contanti da parte dell’ex primo ministro del governo regionale di Yangon, Phyo Min Thein, per una somma complessiva pari a 600mila dollari. Il team legale ha respinto le accuse definendole assurde, mentre diversi gruppi per i diritti umani le hanno descritte come un tentativo di rimuovere definitivamente Aung San Suu Kyi dalla scena politica.

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