Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 21:52
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Il monitoraggio dell’attività vulcanica può diventare una risorsa per l’Etiopia

Immagine di copertina

Nella regione dell’Africa orientale sono presenti in tutto oltre 100 vulcani che sono stati attivi nell’arco degli ultimi 10mila anni, e un gruppo di scienziati britannici ed etiopi riuniti nell’organizzazione RifVolc è al lavoro per monitorarli e fornire beneficio da questa attività alle popolazioni locali. In questo modo sono in grado non solo per prevenire catastrofi, ma anche per sfruttareil calore vulcanico per produrre energia o a scopo termale.

Negli ultimi 100 anni, circa il 25 per cento dei vulcani dell’Africa orientale ha registrato eruzioni. Quando questi fenomeni hanno luogo può capitare che ci siano dei segnali ad anticiparli, come avvenuto nel caso del Nabro, un vulcano al confine tra Eritrea ed Etiopia che eruttò sette anni fa. L’eruzione uccise sette persone e distrusse le abitazioni di altre 12mila, oltre a creare problemi per giorni al traffico aereo dell’area e fu osservata prima di tutto dagli scienziati internazionali dallo spazio, anche a causa dell’assenza di un sistema di monitoraggio.

RiftVolc è un gruppo di scienziati che lavora per monitorare i vulcani meno conosciuti, anche nei luoghi più remoti, in un raggio di circa 300 chilometri coprendo circa il 15 per cento dei vulcani del’Africa orientale, con l’obiettivo di riuscire a prevenire danni causati da eruzioni.

Tale lavoro è in grado di limitare i danni di catastrofi naturali e, oltre a questo, porta altri benefici per ragioni completamente diverse. In questo modo sono infatti stati individuati lungo diverse aree della Rift Valley etiope un gran numero di gas e fluidi vulcanici caldi, molti dei quali possono essere utilizzati come sorgenti termali per creare un’industria fatta di resort e spa, ma anche per trasformare rocce in argilla così da potervi produrre la ceramica o sfruttarle per l’energia geotermica.

 

Ti potrebbe interessare
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Ti potrebbe interessare
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Esteri / Elena Basile a TPI: “La guerra ha ridotto l’Europa al vassallaggio. Bisogna rifondare l’Ue”
Esteri / Terre rare e altre materie critiche: la pistola della Cina puntata alla testa degli Stati Uniti
Esteri / Sudan Connection: la geopolitica del massacro tra oro, armi e interessi internazionali
Esteri / L’esperta del Gruppo di Lavoro Onu contro le Sparizioni Forzate Aua Baldé a TPI: “Le vittime registrate in Sudan non sono nemmeno la punta dell’iceberg”
Esteri / Il genocidio in Sudan di cui non parla nessuno
Esteri / La corsa della Cina alla supremazia tecnologica globale
Esteri / Il direttore del programma di Emergency in Sudan, Matteo D’Alonzo, a TPI: “Si combatte di casa in casa, persino tra familiari. E anche con i droni”