Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 18:46
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Un fotografo vagabondo

Immagine di copertina

Miroslav Tichý ha vissuto una vita di stenti e di arte, ritraendo le donne di Kyjov con le sue macchine fotografiche costruite usando lattine e pezzi di cartone.

Miroslav Tichý è un artista, fotografo e vagabondo nato il 20 Novembre 1926 a Kyjov, in Repubblica Ceca.

Aveva iniziato la sua carriera artistica come pittore, fino a quando, durante il regime comunista nel paese, fu considerato un dissidente. Dopo la fuga dalla polizia cecoslovacca iniziò vivere da vagabondo. Fu considerato folle e fino alla sua morte visse una vita di autosufficienza e di libertà dagli standard della società. 

Racconta di essere passato alla fotografia perché: “Tutti i disegni sono già stati disegnati, tutti i dipinti sono già stati dipinti, cos’era rimasto per me?” 

La particolarità dell’arte di Tichý erano le sue macchine fotografiche, costruite con tubi di cartone, lattine, pezzi di stoffa e vecchie parti di macchina fotografiche che riusciva a trovare.

Protagoniste della sua arte sono le donne della sua città, a cui ha scattato migliaia di foto dal 1960 al 1985, ignare che dietro quel giocattolo di cartone si nascondesse un vero e proprio obiettivo e che a volte per gioco si mettevano in posa.

Miroslav rimane sconosciuto al mondo fino a quando viene scoperto nel 2004 dal critico e storico dell’arte arte svizzero Harald Szeemann, che gli organizzò una mostra alla Biennale di Arte Contemporanea di Siviglia e da quel momento acquisì fama a livello mondiale. 

In un documentario che racconta la sua vita fatta di stenti e di arte Tichý svela: “Il tuo pensiero è troppo astratto! la fotografia è qualcosa di concreto. La fotografia è percezione, sono gli occhi che intravedi, e succede così velocemente che potresti non vedere proprio nulla! Per raggiungere questo, ti serve innanzitutto una pessima macchina fotografica!”. 

Miroslav Tichy è morto nel 2011. Sulla sua insolita vita ha scritto una poesia:

Se fosse una passione, sarebbe il people watching.

Se fosse l’arte, sarebbe un’idea.

Se fosse un’ossessione, sarebbe una donna.

Se fosse un oggetto, sarebbe qualsiasi oggetto.

Se fosse un posto, sarebbe il cassetto di un comodino.

Se fosse un limite, sarebbe il tempo.

Se fosse lui, sarebbe un bel nome.

Ti potrebbe interessare
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Ti potrebbe interessare
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Esteri / Elena Basile a TPI: “La guerra ha ridotto l’Europa al vassallaggio. Bisogna rifondare l’Ue”
Esteri / Terre rare e altre materie critiche: la pistola della Cina puntata alla testa degli Stati Uniti
Esteri / Sudan Connection: la geopolitica del massacro tra oro, armi e interessi internazionali
Esteri / L’esperta del Gruppo di Lavoro Onu contro le Sparizioni Forzate Aua Baldé a TPI: “Le vittime registrate in Sudan non sono nemmeno la punta dell’iceberg”
Esteri / Il genocidio in Sudan di cui non parla nessuno
Esteri / La corsa della Cina alla supremazia tecnologica globale
Esteri / Il direttore del programma di Emergency in Sudan, Matteo D’Alonzo, a TPI: “Si combatte di casa in casa, persino tra familiari. E anche con i droni”