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Home » Esteri

In Messico 15 uomini si sono finti transgender per potersi candidare alle elezioni

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Transgender messicani durante una conferenza stampa a maggio. Credit: Patricia Castellanos/AFP/Getty Images

Il tribunale li ha estromessi dal voto: lo stratagemma puntava ad aggirare le regole sulla parità di genere

Il tribunale elettorale del Messico ha estromesso 15 candidati di sesso maschile che fingevano di essere transgender per aggirare le regole sulla parità di genere in vista delle elezioni presidenziali in programma domenica primo luglio 2018.

L’episodio è avvenuto nello stato meridionale di Oaxaca.

In questa regione la comunità indigena zapoteca, che vive sull’istmo di Tehuantepec, ha da tempo riconosciuto come terzo genere le persone nate di sesso maschile ma che si identificano come femmine.

Queste persone sono chiamate muxe, espressione che sembra derivi dalla parola ‘mujer’, che in spagnolo significa donna.

Le regole elettorali dello stato di Oaxaca consentono alle muxe di occupare, per le candidature, i posti assegnati alle donne.

Secondo il tribunale elettorale, i candidati estromessi non erano noti per essere muxe prima di registrarsi alla competizione elettorale.

I giudici hanno ordinato che il loro posto venga preso da candidate donne.

“La manifestazione di appartenenza a un genere è sufficiente per giustificare l’auto-registrazione di una persona”, ha scritto nella sua sentenza il tribunale.

Ma, ha aggiunto, “le autorità elettorali devono occuparsi del possibile abuso dell’auto-registrazione” e “non permettere che l’identità transgender sia utilizzata in modo ingannevole per rispettare il principio costituzionale dell’equità”.

La tentata falsificazione del genere è stata denunciata da Anabel López Sánchez, direttrice del Women’s Citizenship Collective dello stato di Oaxaca.

“Non un singolo posto designato per uomini è stato occupato da una persona transgender. Tuttavia, 19 posti designati per le donne sono stati occupati da uomini che dicono di essere transgender “, ha detto.

Il primo luglio in Messico si vota per eleggere il nuovo presidente e per rinnovare entrambe le camere del Congresso ed eleggere centinaia di funzionari statali e municipali.

In precedenza, nelle liste dei candidati, era previsto un rapporto 60-40 tra uomini e donne, mentre dopo la riforma del 2013 si è passati a 50-50.

Non è la prima volta che nel paese si prova ad aggirare queste norme. Nel 2009 otto deputate donne, subito dopo essere state elette, hanno lasciato il loro posto a colleghi uomini.

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