Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 19:12
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Migliaia di persone hanno manifestato a Barcellona per l’unità della Spagna

Immagine di copertina
Credit: Afp

Il governo spagnolo ha fatto sapere che non intende permettere alla Catalogna di dichiarare la propria indipendenza. Martedì il presidente Puigdemont riferirà al parlamento regionale sul referendum

Domenica 8 ottobre, almeno 350mila manifestanti hanno sfilato per le strade di Barcellona per protestare contro il governo catalano che vuole dichiarare l’indipendenza della regione dalla Spagna. Secondo gli organizzatori invece i partecipanti alla manifestazione sarebbero quasi un milione.

Questa notizia puoi leggerla direttamente sul tuo Messenger di Facebook. Ecco come

La dimostrazione è stata convocata dalla Societat Civil Catalana, il principale movimento catalano a favore dell’unità della Spagna, solo una settimana dal referendum organizzato dagli indipendentisti il 1 ottobre.

I manifestanti hanno chiesto ai responsabili politici nazionali e regionali di instaurare un dialogo, al fine di impedire la frantumazione del paese. I dimostranti propongono infatti di abbassare i toni sia alle autorità del governo centrale di Madrid che a quelle della regione autonoma della Catalogna, per evitare la secessione.

Tra la folla era presente anche il premio Nobel per la letteratura del 2010 Mario Vargas Llosa. Lo scrittore è un cittadino peruviano naturalizzato spagnolo.

“Questa è la migliore dimostrazione che vi è una fetta molto ampia di catalani che non si sente rappresentata dagli indipendentisti”, ha detto il premio Nobel. “La Spagna e la Catalogna sono unite da cinque secoli e nessuno né niente potrà separarle”.

In piazza c’erano anche Josep Borrell, ex presidente del Parlamento europeo tra il 2004 e il 2007, Dolors Montserrat, ministra della Sanità del governo spagnolo, Albert Rivera, presidente del movimento politico Ciudadanos e Enric Millo, rappresentante del governo centrale di Madrid in Catalogna.

Proprio quest’ultimo, il 6 ottobre, aveva chiesto scusa per le violenze perpetrate dalla polizia durante la consultazione referendaria tenutasi il 1 ottobre nella regione e dichiarata “illegale” da Madrid. Era stato il primo caso di scuse offerte da un funzionario del governo spagnolo dopo la violenta reazione da parte della polizia contro i cittadini che cercavano pacificamente di votare, causando quasi 900 feriti, tra cui 33 agenti di polizia.

Una parte dei manifestanti si sono fermati di fronte alla sede della Policia Nacional per sostenere le istituzioni nazionali contro l’indipendentismo. Intanto è giunta ai manifestanti anche la solidarietà del primo ministro Mariano Rajoy:

“In difesa della democrazia, della Costituzione e della libertà”, ha scritto sul suo profilo Twitter ufficiale Rajoy, mostrando il suo sostegno alla manifestazione. “Preserviamo l’unità della Spagna, non siete soli”.

Lo stesso capo del governo spagnolo, pochi giorni prima in un’intervista al quotidiano El País, aveva dichiarato che Madrid non esclude la possibilità di sospendere l’autorità del governo autonomo catalano. Poche ore prima, Rajoy aveva confermato che il governo spagnolo “impedirà l’indipendenza dalla Catalogna”.

La situazione resta incandescente tra Madrid e Barcellona, il 10 ottobre infatti il presidente catalano Carles Puigdemont dovrà riferire al parlamento regionale sul referendum, pronunciando un discorso sulla “situazione politica attuale” in cui potrebbe annunciare l’indipendenza dalla Spagna.

Intanto, l’esercito spagnolo ha inviato in Catalogna 15 camion carichi di attrezzature per dar manforte ai circa 10mila agenti di polizia e Guardia Civil che si trovano nella regione da giorni.

L’invio di due convogli militari in Catalogna (ufficialmente per “supporto logistico”) fa pensare che Rajoy sceglierà di reagire con la linea dura.

“Il governo spagnolo non negozierà su nulla di illegale e non accetta ricatti”, è quanto si legge in una dichiarazione diramata dall’ufficio del premier spagnolo, Mariano Rajoy.

“Se il signor Puigdemont vuole parlare o negoziare, o inviare dei mediatori, sa perfettamente cosa fare fare: tornare nella legalità, che non non abbandoneremo mai”, prosegue il comunicato aggiungendo che Puigdemont deve “ritirare la minaccia di secessione da Madrid”.

Le manifestazioni in altre città spagnole

Intanto, il 7 ottobre, in piazza Colon e lungo la Calle Serrano di Madrid, almeno 50mila persone hanno manifestato per l’unità nazionale e la “difesa della Costituzione” e contro la secessione catalana.

La dimostrazione era stata convocata dalla Fondazione per la difesa della nazione spagnola (Denaes). Manifestazioni simili si sono tenute in diverse altre città del paese. Persino a Barcellona, di fronte al palazzo della regione, almeno cinquemila persone avevano manifestato al grido di: “Parlem?” in catalano e “Hablamos?” in castigliano.

Durante la manifestazione di Madrid però non sono mancati toni duri contro gli indipendentisti. Alcuni dimostranti hanno urlato slogan contro i “traditori” della costituzione e dell’unità nazionale. In particolare i più bersagliati sono stati il capo della polizia catalana, Josep Lluis Trapero e il presidente della Catalogna, Carles Puigdemont.

Ti potrebbe interessare
Esteri / Siria: chi è il nuovo premier Mohammed al-Bashir nominato dai jihadisti di Hayat Tahrir al-Sham
Esteri / Le ultime notizie dal Medio Oriente, Israele: Netanyahu in tribunale per il processo per corruzione. Idf: “Non stiamo avanzando verso Damasco”
Esteri / Com’è caduto il regime di Assad a Damasco e cosa può succedere ora in Siria
Ti potrebbe interessare
Esteri / Siria: chi è il nuovo premier Mohammed al-Bashir nominato dai jihadisti di Hayat Tahrir al-Sham
Esteri / Le ultime notizie dal Medio Oriente, Israele: Netanyahu in tribunale per il processo per corruzione. Idf: “Non stiamo avanzando verso Damasco”
Esteri / Com’è caduto il regime di Assad a Damasco e cosa può succedere ora in Siria
Esteri / Jay-Z accusato insieme a P. Diddy di aver stuprato una 13enne. Il rapper: “Vogliono ricattarmi”
Esteri / Artisti, attivisti e accademici lanciano un appello a favore della protesta in Georgia: “Aiutateci a resistere all’oppressione”
Esteri / L'inchiesta della tv albanese sui poliziotti italiani a Shengjin: "Ci pagano per fare i turisti"
Esteri / Malattia misteriosa in Congo, l’Oms: “Forse più di un’infezione sta contribuendo ai decessi”
Esteri / Soldati israeliani in Siria, Hamas consegna all'Egitto lista di ostaggi da liberare
Esteri / Siria: Assad fugge all'estero e i ribelli prendono Damasco
Esteri / La Cpi chiarisce: “I mandati di arresto contro Putin e Netanyahu vanno eseguiti. Gli Stati possono chiedere una deroga”