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La Danimarca vuole limitare il numero di persone che ottengono la cittadinanza ogni anno

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Il testo è stato presentato dall’euroscettico Dansk folkeparti, il Partito del popolo, che ha i numeri per incidere sulle sorti della maggioranza

A Copenhagen il parlamento è chiamato a discutere di un tetto annuale al numero delle concessioni di cittadinanza danese.

La proposta, che mira a restringere sensibilmente la strada per il passaporto agli stranieri, è stata avanzata dal Partito del popolo, il Dansk folkeparti, la formazione euroscettica e anti-immigrazione, guidata da Kristian Thulesen Dahl, che ha una foltissima rappresentanza nell’aula parlamentare e che sostiene il governo di centrodestra del primo ministro Lars Løkke Rasmussen.

L’obiettivo del Partito del popolo, i cui 37 seggi in parlamento lo rendono la realtà numericamente più forte della maggioranza pur non avendo ministri, è ridurre a mille le persone che ogni anno possono ottenere la cittadinanza danese. 

Il calo sarebbe netto rispetto agli ultimi anni, considerando che 4.500 persone hanno ottenuto la cittadinanza nel 2014 e in 4.064 l’hanno ottenuta nel 2015. “Mille è un numero ragionevole”, ha dichiarato il relatore della proposta Christian Langballe, che oltre ad essere esponente del Dansk folkeparti è anche il presidente della Commissione parlamentare sulla naturalizzazione. Lo ha affermato ai media nazionali, spiegando che il dato è comunque negoziabile. 

La proposta prevede anche una priorità per i cittadini scandinavi e per quelli europei nelle procedure per l’ottenimento della cittadinanza. L’obiettivo del Partito del popolo è arrivare a un via libera alla risoluzione facendo pesare la propria mole di rappresentanti nel Folketing, l’aula parlamentare, un numero determinante per le sorti della maggioranza.

Il Partito liberale (Venstre – Danmarks liberale parti), l’Alleanza liberale (Liberal alliance) e il Partito popolare conservatore (Konservative folkeparti) – i partiti che detengono le redini del governo in Danimarca – insieme raggiungono solo 53 parlamentari su 179, non abbastanza per uscire indenni dal confronto con il centrosinistra senza l’appoggio del Dansk folkeparti.

Nella prima lettura in Parlamento del 9 febbraio il governo e il Partito socialdemocratico – il principale raggruppamento dell’opposizione con i suoi 46 seggi – si sono dichiarati contro l’idea del Partito del popolo. Il ministro dell’Immigrazione Inger Støjberg ha cercato di dissuadere l’autore del testo, parlando di un possibile nuovo test di cittadinanza per stringere i requisit. Ma il Partito del popolo, prendendo atto delle posizioni contrarie emerse in aula, ha fatto sapere che non intende abbandonare l’idea. 

*a cura di Michele Ferro

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