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Libia, le forze di Haftar hanno bombardato Tripoli, 4 morti e 23 feriti

Immagine di copertina
Credit: Afp

Nella notte tra il 16 e il 17 aprile le forze del maresciallo Khalifa Haftar hanno bombardato Tripoli. Nella capitale libica si sono registrate almeno 7 esplosioni, che hanno provocato in tutto 4 morti e 23 feriti. Il quartiere più colpito dai raid è Abous Slim, nella zona sud della città, ma anche il quartiere Suk el Gium e l’area dell’aeroporto Mitiga.

Guerra in Libia: perché si combatte, chi sta con chi e come siamo arrivati fin qui

“Le nostre unità occupano adesso nuove posizioni nel perimetro della capitale Tripoli e avanzano verso altre posizioni”, ha fatto sapere il portavoce delle forze di Haftar, il generale Ahmed al-Mismari, come riferisce il quotidiano Al Wasat.

L’offensiva di Haftar per conquistare la capitale Tripoli era iniziata lo scorso 3 aprile.

Violenti scontri si sono verificati nel sobborgo di Ain Zara, a sud est della capitale.

La controffensiva delle forze di Serraj, l’operazione Vulcano di rabbia, comunque procede spedita: i Katiba, sono avanzati verso Azizia, conquistata alcuni giorni fa dalle truppe di Haftar.

La strategia governativa prevede di spingersi in ogni città libica che non è sotto il controllo del governo di accordo nazionale, per garantire l’incolumità della popolazione civile. “Quando parlo di ogni città libica intendo anche la Cirenaica”, ha detto il colonnello Mohammed Qannouno.

La tutela della popolazione, secondo il colonnello, è il motivo per cui le forze governative – a differenza della milizia di Haftar – non stanno dispiegando l’artiglieria pesante.

“Haftar non si crea questi problemi come ha dimostrato in questi giorni in cui ha impiegato batterie missilistiche, artiglieria pesante e ha fatto ricorso a bombardamenti aerei anche in centri abitati”, ha aggiunto il colonnello.

La strategia delle forze di Serraj è quella di tagliare le vie di rifornimento alle milizie avversarie che sono giunte a Tripoli.

Dall’inizio della guerra sono almeno 170 i morti e oltre 700 i feriti, secondo l’Oms. Quasi 15mila gli sfollati, di cui 7.300 bambini.

Intanto, interviene Matteo Salvini, che ha detto che l’Italia è pronta ad accogliere i feriti nei suoi ospedali, su richiesta delle autorità libiche. “Stiamo lavorando giorno e notte con tutti gli alleati per la pace, per il dialogo, per il cessate il fuoco. Le armi non risolvono i problemi”, ha detto Salvini a Radio Anch’io.

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