Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 18:36
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Ricordando Ken Saro Wiwa, l’uomo che voleva difendere la Nigeria dalle multinazionali del petrolio

Immagine di copertina

Il 10 novembre 1995 l'attivista nigeriano Ken Saro-Wiwa venne impiccato dalle forze militari in seguito alle dure proteste contro l'inquinamento petrolifero in Nigeria

Il 10 novembre del 1995 lo scrittore e attivista dei diritti umani Ken Saro-Wiwa veniva impiccato in Nigeria dalle forze militari del Paese, nonostante le numerose richieste arrivate da tutto il mondo perché gli si concedesse la grazia.

Saro-Wiwa aveva condotto un campagna nonviolenta contro il degrado ambientale causato dalle estrazioni di petrolio nel delta del Niger, dove vivono gli Ogoni, una minoranza etnica di cui Saro-Wiwa faceva parte.

Insieme ad altri otto dissidenti, Saro-Wiwa venne portato in catene nella prigione nella città di Port Harcourt, nel sud della Nigeria. Lì furono tutti impiccati alle sette e mezzo di mattina del 10 novembre.

Le indagini condotte dalle Nazioni Unite hanno provato che il processo che ha portato alla morte di Saro-Wiwa è stato ingiusto. L’allora premier britannico John Major aveva definito le esecuzioni un “omicidio giudiziario”.

La condanna alla pena di morte arrivò 10 giorni dopo che Saro-Wiwa e gli altri furono giudicati colpevoli di quattro omicidi. Saro-Wiwa continuò però a sostenere che il vero motivo della condanna fosse la protesta condotta contro l’industria del petrolio, fondamentale per l’economia nigeriana.

A capo del Movimento per la sopravvivenza degli Ogoni, Saro-Wiwa aveva combattuto l’impatto ambientale delle grandi aziende petrolifere sul delta del Niger.

Il 90 per cento dei ricavi prodotti dalle esportazioni nigeriane è costituito dalla vendita del petrolio all’estero. Questo ha portato il paese a opporsi alle proteste ambientaliste come quella di Saro-Wiwa e a continuare a collaborare con le aziende petrolifere.

Le estrazioni e le fuoriuscite di petrolio hanno inquinato pesantemente la terra degli Ogoni. Secondo i ricercatori, ancora nel 2015 gli abitanti di quella comunità bevevano acqua contenente una quantità di benzene 900 volte superiore al livello definito accettabile dall’Organizzazione mondiale della sanità.

“Non è cambiato nulla”, dichiarò anni fa durante un’intervista alla Bbc Lazarus Taman, il coordinatore del Movimento per la sopravvivenza degli Ogoni. “Sola la puzza [di petrolio] è così forte che non riesci a stare lì per troppo tempo. Le persone continuano a morire ogni giorno. Il problema non potrà mai essere risolto”.

Secondo Taman, Saro-Wiwa aveva “predetto la maggior parte di ciò che è effettivamente accaduto”.

Ripulire la zona dalle fuoriuscite di petrolio, a detta delle Nazioni Unite, sarebbe un processo lungo e costoso. Servirebbe quasi un miliardo di dollari solo per i primi cinque anni di lavoro, e molti altri ancora per terminarlo, in un tempo stimato di circa 30 anni.

Ti potrebbe interessare
Esteri / Reportage TPI – Il prezzo del sangue: così i tagli di Trump mettono a rischio la lotta all’HIV in Uganda
Esteri / Make Antitrust Great Again? Tutte le crepe nel movimento trumpiano tra lobbisti e falchi dei monopoli
Esteri / L’età della grande paralisi globale: ecco perché nessuno può sfidare il duopolio di Usa e Cina
Ti potrebbe interessare
Esteri / Reportage TPI – Il prezzo del sangue: così i tagli di Trump mettono a rischio la lotta all’HIV in Uganda
Esteri / Make Antitrust Great Again? Tutte le crepe nel movimento trumpiano tra lobbisti e falchi dei monopoli
Esteri / L’età della grande paralisi globale: ecco perché nessuno può sfidare il duopolio di Usa e Cina
Esteri / Oms: “Oltre 1.000 persone sono morte a Gaza in attesa di un’evacuazione medica dal luglio 2024”
Esteri / L’indiscrezione: “Grecia, Israele e Cipro valutano una forza militare congiunta nel Mediterraneo”
Ambiente / È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Da oggi potete acquistare la copia digitale
Esteri / Piogge torrenziali, raid aerei e aiuti in ritardo: la tregua con Israele regge ma a Gaza si continua a morire
Esteri / Il discorso di Trump agli Usa: “Ho ereditato un disastro ma ora l’America è tornata”
Esteri / Iran, condannato a morte per “corruzione sulla Terra”: ora il pugile Mohammad Javad Vafaei Sani rischia l’esecuzione
Esteri / Putin minaccia: “La Russia raggiungerà tutti gli obiettivi in Ucraina. Con la diplomazia o con la forza”