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Accordo Israele-Hamas per la tregua a Gaza: i palestinesi festeggiano in tutta la Striscia | VIDEO

Accordo Israele-Hamas per la tregua a Gaza: i palestinesi festeggiano

Dopo l’annuncio dell’accordo tra Israele e Hamas per la tregua a Gaza, con il cessate il fuoco che entrerà in vigore domenica, migliaia di palestinesi sono scesi in strada in tutta la Striscia per festeggiare la fine delle ostilità.

Dopo quindici mesi di conflitto, quindi, cessa, almeno temporaneamente ma con l’impegno di porre fine definitivamente alla guerra, l’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza iniziata dopo il 7 ottobre 2023, giorno in cui Hamas e altri gruppi terroristici hanno compiuto un attacco nei confronti di Israele che ha provocato la morte di circa 1200 persone, di cui circa 800 civili. L’accordo, di cui di seguito elenchiamo i principali punti, non ha però fermato i raid israeliani che, secondo la protezione civile palestinese, nella notte tra mercoledì 15 e giovedì 16 hanno provocato circa 50 morti (qui tutte le ultime notizie).

La tregua a Gaza

L’intesa, secondo quanto emerso fino ad ora, si divide in tre fasi. In questa prima fase la tregua durerà 42 giorni durante i quali saranno liberati ostaggi e detenuti.

È previsto il ritiro graduale delle forze israeliane dalla parte centrale della Striscia di Gaza e il ritorno degli sfollati palestinesi nella parte settentrionale della Striscia.

Nella prima fase Hamas rilascerà 33 ostaggi israeliani dando priorità a donne, bambini e uomini over 50: il rilascio avverrà in 6 settimane, ogni settimana saranno rilasciati almeno 3 ostaggi. Inoltre è previsto il passaggio il passaggio di 600 tir di aiuti umanitari al giorno.

Al sedicesimo giorno dei 42 previsti di cessate il fuoco si inizierà a discutere della seconda fase durante la quale Hamas dovrebbe rilasciare tutti gli altri ostaggi rimasti in vita in cambio di altri prigionieri.

La seconda fase è fondamentale dal momento che si discuterà di un cessate il fuoco permanente e di un ritiro completo delle forze israeliane da Gaza.

La terza e ultima fase prevede la consegna dei corpi degli ostaggi rimasti in cambio di un piano di ricostruzione di tre-cinque anni sotto la supervisione internazionale.

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