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Home » Esteri

Il governo più a destra della storia di Israele

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Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, è in procinto di formare una coalizione con il partito di estrema destra Yisrael Beiteinu di Avigdor Lieberman

Israele si appresta ad avere il governo più di destra della sua storia. Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, è infatti in procinto di formare una coalizione di governo con il partito di estrema destra Yisrael Beiteinu, con la nomina del suo leader, Avigdor Lieberman, a ministro della difesa, al posto di Moshe Ya’alon, che si è dimesso il 20 maggio.

Fino all’ultimo si pensava che Ya’alon, un politico molto popolare in Israele, potesse ottenere un altro dicastero, ma l’ex generale, recentemente in accesi contrasti con il premier, ha preferito dimettersi. Netanyahu aveva giustificato il rimpasto con la necessità di ampliare la maggioranza di governo. 

Yisrael Beiteinu è un partito laico di estrema destra e sostenuto soprattutto da immigrati russi. Il suo leader era stato già ministro degli Esteri e ministro delle infrastrutture e dei trasporti. A sorpresa Lieberman, che all’indomani delle elezioni del 2015 aveva rifiutato di entrare nella coalizione di governo, si è detto pronto a ricoprire il nuovo incarico governativo. 

Attualmente il Likud di Netanyahu ha un solo seggio di maggioranza in parlamento, potendo contare su 61 seggi su 120. L’allargamento della coalizione di Lieberman gli garantisce altri sei seggi.

Ma aprendo all’estrema destra, Netanyahu si è allontanato dal partito del centro sinistra, l’Unione sionista di Isaac Herzog e Tzipi Livni, che conta su 24 seggi proprio quando l’alleanza sembrava vicina.

Questa soluzione avrebbe spostato il governo Netanyahu verso il centro, su posizioni moderate, dando l’avvio a una sorta di governo di unità, una grosse koalition estremamente variegata al suo interno.

Netanyahu avrebbe potuto offrire a Herzog il ruolo di ministro degli Esteri, finora ricoperto ad interim dallo stesso primo ministro. Herzog ha commentato l’apertura a Yisrael Beiteinu dicendo che il governo è “sull’orlo della follia”. 

Attualmente la maggioranza di governo, il quarto guidato da Netanyahu, è formata da Likud, Kulanu, Casa Ebraica e dai partiti ultraortodossi Giudaismo Unito della Torah e Shas.

La Knesset, il parlamento israeliano di 120 membri, era stato rinnovato il 17 marzo del 2015. In questo grafico i seggi conquistati da ciascun partito (L’articolo prosegue dopo il grafico).

Molti sono scettici sulle reali competenze di Lieberman, che non ha alcuna esperienza militare, nel rimpiazzare la figura molto stimata del generale Moshe Ya’alon. 

I rapporti tra Ya’alon e Netanyahu erano particolarmente tesi nell’ultimo periodo. Recentemente si era attirato le critiche degli ultra-nazionalisti e del suo stesso partito per la decisione di perseguire penalmente un soldato che aveva ucciso un palestinese a Hebron.

La notizia dell’uccisione aveva creato scalpore dal momento che l’attentatore palestinese era ferito e inerme. L’intero stato maggiore dell’esercito era sulle stesse posizioni di Ya’alon, mentre Netanyahu aveva espresso solidarietà al soldato. 

Molti israeliani temono non solo che il paese stia spostandosi sempre più a destra, ma anche verso l’autoritarismo. Se Netanyahu rimarrà al governo fino a luglio 2019, sarà il primo ministro israeliano a rimanere in carica più a lungo. 

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