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Home » Esteri

Guerra Israele-Hamas, le ultime notizie. Gaza: quasi 32mila morti dal 7 ottobre. Onu: “Distrutti o danneggiati il 35% degli edifici della Striscia”. Wsj pubblica il “piano segreto” di Netanyahu per il dopoguerra. Yemen: tentato abbordaggio di una nave. Blinken in Egitto: “La tregua è possibile”. Scambi di colpi al confine con il Libano tra Israele e Hezbollah | DIRETTA

Immagine di copertina
Credit: AGF

Diretta live della guerra tra Israele e Hamas oggi, giovedì 21 marzo

Il bilancio delle vittime della guerra scatenata da Israele contro Hamas nella Striscia di Gaza dopo gli attentati del 7 ottobre ha ormai quasi raggiunto i 32 mila morti e superato i 74 mila feriti.  Malgrado la carneficina e le preoccupazioni degli Usa e del resto della comunità internazionale, il premier Benjamin Netanyahu tira dritto e ribadisce che l’operazione militare israeliana a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza dove si sono rifugiati 1,5 milioni di sfollati, si farà anche se “richiederà del tempo”. Continuano comunque i colloqui di pace a Doha, in Qatar, anche se Hamas ha fatto sapere che la risposta israeliana alla sua proposta di una tregua di sei settimane a Gaza, che prevedeva lo scambio degli ostaggi rapiti il 7 ottobre con centinaia di detenuti palestinesi nello Stato ebraico, è stata “in termini generali, negativa”. Prosegue anche il tour diplomatico in Medio Oriente, il sesto dall’inizio della guerra, del segretario di Stato Usa Antony Blinken, che dopo essere atterrato ieri a Gedda, in Arabia Saudita, è atteso oggi al Cairo, in Egitto, e domani in Israele.

DIRETTA

Ore 18,00 – Israele, il direttore del Mossad atteso domani in Qatar: incontrerà il capo della Cia – Il direttore del Mossad, David Barnea, si recherà domani in Qatar per incontrare il capo della Cia, William Burns, il primo ministro dell’emirato Mohammed Al Thani e il comandante dell’intelligence egiziana Abbas Kamel. Lo rende noto in serata l’ufficio del primo ministro israeliano, secondo cui l’incontro si inserisce nell’ambito dei negoziati in corso a Doha per una tregua nella Striscia di Gaza e la liberazione degli ostaggi israeliani rapiti il 7 ottobre.

Ore 17,30 – Israele, Idf: “Intercettato bersaglio aereo in arrivo dal Mar Rosso” – I sistemi di difesa missilistica delle forze armate di Israele (Idf) hanno intercettato un “bersaglio aereo sospetto” che si avvicinava al territorio dello Stato ebraico dalla zona del Mar Rosso, nei pressi del porto di Eilat. Lo ha reso noto in serata l’Unità portavoce delle Idf, secondo cui l’oggetto non è entrato in territorio israeliano. Lo scalo si trova sulla punta settentrionale del Mar Rosso ed era già stato colpito, nella serata di lunedì 18 marzo, da un missile da crociera, presumibilmente sparato dai ribelli yemeniti filo-iraniani Houthi. L’attacco però non aveva causato danni né feriti.

Ore 17,00 – Mar Rosso, Usa: 50 attacchi Houthi dalla fine del 2023 – I ribelli yemeniti filo-iraniani Houthi hanno attaccato navi civili e militari al largo delle coste dello Yemen almeno 50 volte dalla fine dello scorso anno. Lo ha detto oggi in un’audizione al Congresso degli Stati Uniti la vicesegretaria del Dipartimento della Difesa con delega agli Affari per la Sicurezza Internazionale, Celeste Wallander, le cui parole sono state riportate dall’agenzia di stampa francese Afp. “Nel Mar Rosso, gli Houthi hanno cercato di colpire un canale vitale per il commercio globale con almeno 50 attacchi contro navi commerciali e da guerra”, ha detto Wallander.

Ore 16,00 – Ue, Borrell: “Israele ha il diritto di difendersi, non di vendicarsi” – L’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, ha invitato Israele a garantire la consegna di una maggiore quantità di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. “Israele ha il diritto di difendersi, non di vendicarsi”, ha detto Borrel arrivando al vertice dei leader del Consiglio europeo. “Stanno morendo di fame. Quindi spero che il Consiglio mandi un messaggio forte a Israele: smetta di impedire che il cibo entri a Gaza e si prenda cura dei civili”.

Ore 15,30 – Mar Rosso, media: Houthi non colpiranno navi russe e cinesi – I ribelli yemeniti filo-iraniani Houthi hanno garantito la sicurezza delle navi russe e cinesi in transito nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden. Lo riferisce l’emittente statunitense Bloomberg, che cita diverse fonti a conoscenza delle discussioni interne al gruppo armato yemenita, secondo cui una delle principali figure politiche dei ribelli, Mohammed Abdulsalam, avrebbe partecipato ad appositi colloqui nel vicino Oman con alcuni diplomatici russi e cinesi. Mosca e Pechino, secondo le fonti citate da Bloomberg, “potrebbero in cambio offrire sostegno politico agli Houthi negli organismi internazionali come il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite”. Al momento, né la Cina, né la Russia né il movimento politico degli Houthi, Ansarullah, hanno commentato la notizia pubblicata dall’emittente statunitense. Da mesi gli Houthi bersagliano le navi collegate a Israele o ai suoi alleati in transito nel Mar Rosso, nel Mar Arabico e nel Golfo di Aden per fare pressione su Tel Aviv affinché interrompa le operazioni militari nella Striscia di Gaza, riducendo il traffico navale nell’area da e verso il Canale di Suez e provocando danni ingenti al commercio internazionale. Recentemente hanno minacciato di allargare le proprie operazioni anche alla regione occidentale dell’Oceano Indiano, scelta dai mercantili che circumnavigano l’Africa proprio per evitare l’area di crisi. Una minaccia ritenuta credibile visto che, a questo proposito, secondo l’agenzia di stampa statale russa RIA Novosti i ribelli yemeniti avrebbero già testato con successo un razzo ipersonico, che il gruppo armato sarebbe intenzionato a produrre su larga scala.

Ore 15,00 – Israele, media: domani Blinken incontrerà Netanyahu e il gabinetto di guerra – Il segretario di Stato degli Stati Uniti Antony Blinken, atteso domani in Israele come ultima tappa del suo sesto tour diplomatico in Medio Oriente dallo scoppio della guerra nella Striscia di Gaza, incontrerà il premier Benjamin Netanyahu. Lo riferisce il quotidiano online Times of Israel, che cita un funzionario israeliano, secondo cui Blinken incontrerà anche l’intero gabinetto di guerra dello Stato ebraico. Dopo la visita di ieri a Gedda, in Arabia Saudita, oggi il segretario di Stato Usa si trova al Cairo, in Egitto, dove ha incontrato il presidente Abdel Fattah al-Sisi.

Ore 14,30 – Israele, 4 razzi dal Libano. Idf rispondono al fuoco con l’artiglieria – Almeno quattro razzi sparati dal Libano, compresi missili anticarro, hanno colpito oggi un’area nei pressi della località di Metula, nel nord di Israele, senza provocare feriti né vittime. Lo riferiscono le forze armate dello Stato ebraico (Idf), che per tutta risposta hanno bombardato i siti di lancio a colpi di artiglieria.

Ore 13,30 – Libano: Idf annuncia nuovi raid di Israele nel sud – Un raid aereo israeliano ha colpito oggi un edificio a Kafr Kila, nel Libano meridionale. Lo riferiscono in una nota le forze armate dello Stato ebraico (Idf), secondo cui l’obiettivo era utilizzato dal gruppo armato sciita libanese Hezbollah. La scorsa notte, anche un altro edificio nella località libanese di Dhayra era stato colpito da un raid aereo delle Idf. Inoltre, le forze armate israeliane hanno bombardato i siti in Libano da cui nella notte sono stati lanciati alcuni razzi verso il kibbutz di Yiftah, nel nord dello Stato ebraico.

Ore 13,00 – Paesi Bassi, evacuata l’ambasciata di Israele: “Lanciato un oggetto in fiamme contro l’edificio” – L’ambasciata di Israele nei Paesi Bassi è stata evacuata oggi a seguito del lancio di un meglio specificato “oggetto in fiamme” contro l’edificio della rappresentanza diplomatica a L’Aja. Lo riferisce il quotidiano olandese De Telegraf, secondo cui la polizia locale ha già arrestato un sospetto, sulla cui identità non sono stati forniti dettagli.

Ore 12,30 – Cisgiordania, riservista Idf uccide un palestinese convertito all’ebraismo. Media: “Aveva le mani in alto” – La polizia militare delle forze armate israeliane (Idf) ha aperto un’indagine sull’omicidio di un uomo avvenuto questa mattina vicino all’insediamento di Elazar, in Cisgiordania, dove un riservista ha sparato a un palestinese convertitosi all’ebraismo. La vittima, David Ben Avraham in precedenza conosciuto come Sameh Muhammad Abd al-Rai Zaytoun, aveva 63 anni ed è stata uccisa vicino a una stazione degli autobus vicino a Elazar, a Gush Etzion. Il riservista responsabile dell’omicidio ha riferito alle autorità militari che l’uomo “destava sospetti”. Secondo quanto riportato dai media israeliani in lingua ebraica, la vittima aveva le mani alzate quando è stata colpita anche se nel suo zaino è stato poi ritrovato un piccolo coltello. “Immediatamente dopo aver ricevuto la relazione sul grave incidente, l’avvocatura generale militare ha ordinato l’apertura di un’indagine da parte della polizia militare”, si legge in una nota delle Idf.

Ore 12,00 – Egitto, Blinken incontra al-Sisi: “L’accordo per una tregua è possibile” – Il segretario di Stato degli Stati Uniti Antony Blinken ha incontrato oggi al Cairo, in Egitto, il presidente Abdel Fatah al-Sisi per discutere gli sviluppi sui negoziati in corso tra Israele e Hamas per raggiungere una tregua nella Striscia di Gaza, un accordo giudicato “possibile” dal capo della diplomazia americana. Lo ha riferito il portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller. “La distanza (tra le parti, ndr) si sta riducendo e penso che un accordo sia assolutamente possibile”, ha detto Blinken, che ha anche discusso con al-Sisi la creazione di uno Stato palestinese indipendente con garanzie di sicurezza per Israele.

Ore 11,45 – Gaza, Onu: “Distrutti o danneggiati il 35% degli edifici della Striscia” – Il 35 per cento degli edifici della Striscia di Gaza sono stati distrutti o danneggiati durante l’offensiva militare israeliana nel territorio costiero palestinese. È quanto emerge dall’analisi del Centro satellitare delle Nazioni Unite (Unosat), che ha confrontato le immagini satellitari ad alta risoluzione raccolte il 29 febbraio scorso con una serie di scatti precedenti e successivi all’inizio della guerra scoppiata il 7 ottobre. Unosat ha così scoperto 88.868 strutture (pari al 35% di tutti gli edifici della Striscia di Gaza) sono state danneggiate o distrutte. Tra queste, 31.198 sono state rase al suolo, 16.908 sono state gravemente danneggiate e 40.762 hanno subito danni lievi o moderati. Rispetto alla precedente valutazione pubblicata a gennaio da Unosat, sono state colpite altre 20mila strutture.

Ore 11,30 – Gaza: vicecomandante Centcom ha visitato Israele – Il viceammiraglio Brad Cooper, vicecapo del Comando Centrale delle forze armate degli Stati Uniti (Centcom),  ha visitato nei giorni scorsi Israele per discutere con le autorità dello Stato ebraico il progetto di un porto provvisorio a Gaza che facili la consegna via mare degli aiuti umanitari alla popolazione civile palestinese. Lo riferisce l’emittente pubblica israeliana Kan, secondo cui ha incontrato diversi funzionari di Tel Aviv. Secondo quanto riportato ieri dall’emittente pubblica israeliana, in una riunione a porte chiuse alla Knesset, il premier Benjamin Netanyahu aveva anche paventato l’ipotesi di sfruttare questo molo per allontanare i palestinesi dalla Striscia.

Ore 11,00 – Arabia Saudita: Blinken ha incontrato MBS – Il segretario di Stato degli Stati Uniti Antony Blinken ha incontrato a Gedda, in Arabia Saudita, il principe ereditario Mohammed bin Salman e il ministro degli Esteri del regno, il principe Faisal bin Farhan, per discutere la crisi umanitaria in corso nella Striscia di Gaza e gli sforzi necessari per accelerare la consegna degli aiuti alla popolazione civile palestinese. “Ho ribadito il nostro impegno per una pace e una sicurezza durature nella regione”, ha scritto Blinken sui suoi profili social. Da ieri, il segretario di Stato Usa è impegnato nel suo sesto tour diplomatico in Medio Oriente dall’inizio della guerra, che oggi lo porterà al Cairo, in Egitto, e domani in Israele.

Ore 10,30 – Yemen: tentato abbordaggio di una nave tra Nishtun e Socotra – Una nave in transito nell’Oceano Indiano tra le coste meridionali dello Yemen e l’isola di Socotra è stata abbordata da un barchino, scatenando un conflitto a fuoco con la squadra di sicurezza a bordo dell’imbarcazione ma senza provocare né danni né feriti. Lo riporta l’agenzia marittima britannica Ukmto, secondo cui l’incidente è avvenuto a 102 miglia nautiche (quasi 189 chilometri) a sud-est della località di Nishtun, nello Yemen sud-orientale. Secondo quanto segnalato dal comandante dell’imbarcazione, di cui l’Ukmto non ha pubblicato i dettagli, “una piccola imbarcazione si è avvicinata a circa una gomena (circa 185 metri, ndr) dalla nave”. “La squadra di sicurezza armata (della nave, ndr) e gli occupanti della piccola imbarcazione si sono scambiati colpi di armi leggere. L’imbarcazione ha quindi lasciato l’area”. Secondo l’Ukmto, “la nave e l’equipaggio sono al sicuro e la nave si sta dirigendo verso il prossimo porto di scalo”. Per la società di sicurezza britannica Ambrey, a bordo dell’imbarcazione che ha tentato l’abbordaggio c’erano quattro persone armate. Il mercantile però è riuscito a sfuggire agli aggressori aumentando la velocità.

Ore 10,15 – Gaza, il bilancio dei morti sfiora le 32mila vittime – Il bilancio delle vittime della guerra in corso nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre si è attestato a 31.988 morti. Secondo i nuovi dati diffusi dal ministero della Salute controllato da Hamas, nel territorio costiero palestinese si contano anche oltre 74.188 feriti e più di 8mila dispersi, mentre solo nelle ultime 24 ore sarebbero morte 65 persone e altre 92 sarebbero rimaste ferite. Secondo le autorità israeliane, le forze armate (Idf) avrebbero ucciso non meno 13mila membri di Hamas dall’inizio del conflitto. Per le Nazioni Unite, la maggior parte delle vittime della guerra sono donne e bambini.

Ore 10,00 – Cisgiordania, raid di Israele nel campo profughi di Nur Shams: “4 morti” – Almeno 4 persone sono rimaste uccise durante il raid aereo condotto nella notte dalle forze armate di Israele (Idf) sul campo profughi palestinese di Nur Shams, in Cisgiordania, e nei successivi scontri. Lo riferiscono in due comunicati separati il ministero della Sanità dell’Autorità nazionale palestinese e le Idf. Due uomini armati, “che costituivano un’immediata minaccia per le truppe israeliane”, sono morti nel raid di questa notte, confermato dalle Idf. Altre due persone invece, secondo il ministero dell’Anp, sono state uccise nei successivi scontri scoppiati nel campo profughi.

Ore 9,30 – Libano, media: “Scoperta una rete di spie di Israele” – Una rete di presunte spie israeliane è stata scoperta in Libano. Lo riferisce oggi il quotidiano locale al-Akhbar, considerato vicino al gruppo armato sciita Hezbollah, secondo cui le autorità libanesi hanno arrestato due persone sospettate di lavorare per Israele. Le presunte spie avrebbero fornito a Tel Aviv “dettagli” sulle zone intorno alla capitale Beirut e in particolare sul quartiere meridionale di Dahieh, considerato la roccaforte di Hezbollah.

Ore 9,00 – Iraq: milizia filo-iraniana lancia un drone contro Israele – La Resistenza Islamica in Iraq, un gruppo armato filo-iraniano, ha annunciato oggi un attacco contro Israele. In un video pubblicato sui suoi canali social, il gruppo afferma che all’alba uno dei suoi droni ha preso di mira una centrale elettrica a Tel Aviv. Non ci sono conferme da parte israeliana sull’attacco né finora ci sono state segnalazioni di danni o feriti.

Ore 8,30 – Mar Rosso: coalizione Usa-Gb distrugge 2 droni Houthi – La coalizione militare a guida angloamericana che opera nel Mar Rosso ha distrutto un drone aereo e uno marittimo lanciati ieri nel Mar Rosso dai ribelli yemeniti filo-iraniani Houthi. Lo ha reso noto oggi in un comunicato il Comando Centrale delle forze armate degli Stati Uniti (Centcom). “Non sono stati segnalati feriti o danni alle navi statunitensi o della coalizione”, si legge nella nota.

Ore 8,00 – Gaza, Wsj: “Israele vuole creare un’autorità civile palestinese non legata a Hamas” – Israele ha elaborato un piano segreto che prevede di affidare la distribuzione degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza a una serie di leader e uomini d’affari palestinesi senza legami con Hamas, che in seguito dovrebbero formare un’amministrazione civile che governi il territorio costiero con l’ausilio di forze armate finanziate dai Paesi arabi. Lo riferisce oggi il quotidiano statunitense Wall Street Journal, citando in proposito diverse fonti israeliane tra cui un anonimo alto funzionario della difesa dello Stato ebraico che ha partecipato ai colloqui tenuti da Tel Aviv con Egitto, Emirati Arabi Uniti e Giordania con l’obiettivo di promuovere il piano nella regione. Secondo il progetto, Israele si riserverebbe il diritto di ispezionare gli aiuti prima del loro arrivo a Gaza, via terra e via mare, controllandone poi lo stoccaggio in grandi depositi costruiti nel centro della Striscia. Chi sarà incaricato della distribuzione degli aiuti da questi magazzini, hanno rivelato le fonti israeliane al Wsj, “si assumerà poi il compito di governare (la Striscia), con il sostegno delle forze di sicurezza finanziate da ricchi governi arabi”. Ma l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti hanno più volte ribadito che non intendono svolgere alcun ruolo nella Striscia di Gaza se non nell’ambito di un eventuale piano basato sulla soluzione “due popoli, due Stati”. “Gaza sarà governata da chi non cerca di uccidere gli israeliani”, ha detto al Wsj un altro anonimo funzionario dell’ufficio del premier israeliano. Secondo un altro membro dell’amministrazione di Tel Aviv però, il governo Netanyahu è perfettamente consapevole che questo piano potrebbe essere ostacolato da Hamas e non solo. A questo proposito, secondo il Wsj, il premier avrebbe evitato di discutere tale progetto con il gabinetto di guerra, temendo fratture nella sua coalizione. Ma un tale piano trova la contrarietà anche degli Usa che da mesi spingono per il ritorno a Gaza dell’Autorità nazionale palestinese dopo la guerra.

Ore 7,30 – Gaza: al-Jazeera pubblica bozza risoluzione Usa all’Onu – L’emittente qatarina al-Jazeera ha pubblicato questa mattina uno stralcio della bozza di risoluzione presentata ieri dagli Usa al Consiglio di Sicurezza dell’Onu per imporre un “cessate il fuoco immediato e prolungato” nella Striscia di Gaza. “Il Consiglio di Sicurezza stabilisce l’imperativo di un cessate il fuoco immediato e prolungato per proteggere i civili da tutte le parti, consentire la consegna di aiuti essenziali e alleviare le sofferenze umanitarie e a tal fine sostiene inequivocabilmente gli sforzi diplomatici internazionali tuttora in corso per garantire tale cessate il fuoco in relazione al rilascio di tutti gli ostaggi rimasti”, si legge nel documento pubblicato da al-Jazeera. La presentazione del progetto di risoluzione all’Onu era stata annunciata ieri dal segretario di Stato Usa Antony Blinken, impegnato in questi giorni nel suo sesto tour diplomatico in Medio Oriente dall’inizio della guerra. “Speriamo vivamente che gli altri Paesi la sostengano”, aveva detto ieri sera Blinken all’emittente saudita Al Hadath da Gedda, da dove oggi partirà per il Cairo per poi recarsi domani in Israele. Dall’inizio del conflitto, gli Usa hanno posto il veto su diverse risoluzioni che chiedevano un cessate il fuoco immediato e aiuti per la popolazione di Gaza.

Ore 7,00 – Usa, 70 ex funzionari esortano Biden alla linea dura con Israele – Quasi 70 tra ex funzionari, diplomatici e ufficiali militari statunitensi hanno firmato una lettera aperta indirizzata ieri a Joe Biden per esortare il presidente Usa a mettere in guardia Israele dalle gravi conseguenze della negazione dei diritti umani e dei beni di prima necessità alla popolazione palestinese e dell’ulteriore espansione degli insediamenti illegali in Cisgiordania. “Gli Stati Uniti devono essere disposti a intraprendere azioni concrete per opporsi” a tali pratiche, si legge nella missiva. “Comprese le restrizioni sulla fornitura di assistenza (Usa a Israele, ndr) nel rispetto delle leggi e delle politiche statunitensi”. Tra i firmatari figurano decine di ex ambasciatori e funzionari in pensione del Dipartimento di Stato, del Pentagono, dell’intelligence e della Casa Bianca, tra cui Anthony Lake, consigliere per la sicurezza nazionale dell’ex presidente Bill Clinton.

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