Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 17:33
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

La nazione in cui stanno scomparendo i bambini con la sindrome di Down

Immagine di copertina

In Islanda, ogni anno nascono solo uno o due bambini con questa anomalia cromosomica. E la causa suscita dubbi di natura etica

Tradizionalmente, l’Islanda è nota per i suoi splendidi paesaggi, l’anomala alternanza di giorno e notte secondo i ritmi delle regioni nordiche e una qualità della vita tra le più alte in Europa.

Ultimamente, tuttavia, come fatto notare da un reportage dell’emittente statunitense Cbs, l’isola nordeuropea ha fatto parlare di sé per un’altra caratteristica: la quasi totale assenza di bambini nati con la sindrome di Down.

Da quando nei primi anni Duemila sono stati introdotti nel paese i test prenatali, una cifra vicina al 100 per cento delle donne incinte alle quali sia stata diagnosticata la sindrome di Down per il proprio feto ha scelto di non portare a termine la gravidanza.

Secondo la legge islandese, l’aborto è consentito fino a sedici settimane dal concepimento nel caso il feto presenti una deformità, tra le quali rientra appunto la condizione citata.

Questa tendenza all’uso molto ampio di test prenatali, e contemporaneamente la scelta pressoché unanime di non portare a termine la gravidanza in caso di esito positivo, ha fatto sì che attualmente nel paese nascano circa uno o due bambini Down all’anno, su una popolazione di 330mila persone.

Inoltre, spesso queste nascite sono la conseguenza di test che non avevano rilevato la presenza della sindrome, o avevano evidenziato rischi bassissimi.

Cbs fa notare come la tendenza islandese a un uso molto ampio della scienza per influire sulle prospettive genetiche di un’intera nazione sia qualcosa di ambiguo a livello etico.

“Non c’è niente di male nell’aspirare ad avere figli sani, ma è difficile decidere quanto in là ci si debba spingere nell’inseguire questo obiettivo”, ha commentato il genetista locale Kari Stefansson.

Ti potrebbe interessare
Esteri / L’allarme del Wfp: quest’inverno 17 milioni di persone a rischio fame in Afghanistan
Esteri / Israele bombarda ancora il Libano: almeno un morto e diversi feriti. L’Idf: “Colpiti due agenti di Hezbollah”
Esteri / Dalla Russia filtra ottimismo: “Accordo vicino”. Ma no a concessioni sui territori né su truppe Nato in Ucraina
Ti potrebbe interessare
Esteri / L’allarme del Wfp: quest’inverno 17 milioni di persone a rischio fame in Afghanistan
Esteri / Israele bombarda ancora il Libano: almeno un morto e diversi feriti. L’Idf: “Colpiti due agenti di Hezbollah”
Esteri / Dalla Russia filtra ottimismo: “Accordo vicino”. Ma no a concessioni sui territori né su truppe Nato in Ucraina
Esteri / Trump fa causa alla BBC per diffamazione e chiede un risarcimento da 10 miliardi di dollari
Esteri / Ucraina, dopo Berlino Trump è ottimista: “Mai così vicini alla pace”. Ma resta il nodo Donbass con la Russia
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Esteri / Elena Basile a TPI: “La guerra ha ridotto l’Europa al vassallaggio. Bisogna rifondare l’Ue”
Esteri / Terre rare e altre materie critiche: la pistola della Cina puntata alla testa degli Stati Uniti