Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 17:34
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

L’esercito online del governo cinese che scrive 480 milioni di post all’anno sui social

Immagine di copertina

Uno studio dell'università di Harvard sostiene che il governo cinese diffonda ogni anno milioni di post sulla rete per distrarre i cittadini dalle critiche contro Pechino

Un recente studio (pdf) dell’università statunitense di Harvard sostiene che il governo cinese abbia sviluppato una vera e propria strategia attraverso cui diffonde sui social network milioni di post volti a distrarre la popolazione dalle critiche rivolte a Pechino, utilizzando impiegati statali spacciati per cittadini qualunque.

I ricercatori hanno riportato che nel corso di un anno circa 490 milioni di messaggi sono stati stati postati da funzionari pubblici impiegati presso duecento agenzie governative, tra cui quella delle imposte e delle risorse umane, con l’intento di catalizzare l’attenzione su argomenti innocui e positivi, per non creare un dibattito negativo o critico attorno alle politiche del governo cinese.

Già in passato si era parlato in Cina di un Fifty Cent Party” (il “partito dei 50 centesimi”), composto da un esercito online di persone che si crede vengano pagate fino a 50 centesimi per ogni singolo post, secondo quanto rivelato da fonti non ufficiali. Ma, almeno fino a oggi, si è sempre pensato che si trattasse di cittadini comuni.

L’analisi di quasi 43.800 post ha rilevato che il 99,3 per cento di questi sia stata opera dei dipendenti pubblici in questione, e che solitamente le pubblicazioni coincidano con i momenti politicamente più sensibili per il governo.

Lo studio si è basato su documenti trapelati da un ufficio della propaganda governativa nella Cina orientale, e suggerisce che attraverso questi post, più che difendere il governo, si vogliano evitare in ogni modo le controversie e i dibattiti, spostando l’attenzione su temi meno scomodi.

Ti potrebbe interessare
Esteri / L’allarme del Wfp: quest’inverno 17 milioni di persone a rischio fame in Afghanistan
Esteri / Israele bombarda ancora il Libano: almeno un morto e diversi feriti. L’Idf: “Colpiti due agenti di Hezbollah”
Esteri / Dalla Russia filtra ottimismo: “Accordo vicino”. Ma no a concessioni sui territori né su truppe Nato in Ucraina
Ti potrebbe interessare
Esteri / L’allarme del Wfp: quest’inverno 17 milioni di persone a rischio fame in Afghanistan
Esteri / Israele bombarda ancora il Libano: almeno un morto e diversi feriti. L’Idf: “Colpiti due agenti di Hezbollah”
Esteri / Dalla Russia filtra ottimismo: “Accordo vicino”. Ma no a concessioni sui territori né su truppe Nato in Ucraina
Esteri / Trump fa causa alla BBC per diffamazione e chiede un risarcimento da 10 miliardi di dollari
Esteri / Ucraina, dopo Berlino Trump è ottimista: “Mai così vicini alla pace”. Ma resta il nodo Donbass con la Russia
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Esteri / Elena Basile a TPI: “La guerra ha ridotto l’Europa al vassallaggio. Bisogna rifondare l’Ue”
Esteri / Terre rare e altre materie critiche: la pistola della Cina puntata alla testa degli Stati Uniti