Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 19:57
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Il quinto video di John Cantlie

Immagine di copertina

L'Isis ha diffuso un nuovo filmato propagandistico dell'ostaggio britannico

L’Isis ha diffuso il quinto video dell’ostaggio britannico John Cantlie.

Il reporter, con indosso una tunica arancione, compare seduto a un tavolo mentre racconta in 6 minuti e 30 secondi che l’Isis ha iniziato una operazione “a lungo termine” per catturare gli occidentali entrati in Siria nel 2013, e poi ha cercato di negoziare con i loro Paesi per il rilascio.

Cantlie, che era stato rapito in Siria due anni fa, legge un presunto scambio di email tra le famiglie dei prigionieri e l’Isis in cui i familiari si lamentano per il mancato aiuto del governo statunitense. “Gli europei” – a differenza degli americani e dei britannici – hanno capito che “non si scherza quando si tratta di negoziati”.

Sedici cittadini provenienti da Danimarca, Germania, Spagna e da altri tre Paesi europei sono stati liberati dopo i negoziati, dice Cantlie. “Il primo a essere liberato è stato lo spagnolo Marcos Margineres. Poco dopo sono stati liberati altri due giornalisti spagnoli, quindi quattro francesi alla fine di aprile”.

Gli americani e i britannici invece – continua Cantlie – sono stati “ostacolati” dai loro rispettivi governi. “Per noi tutti è chiaro che ci troviamo in grossi guai”, dice. “Io e altri siamo rimasti ad attendere pazientemente mentre gli altri tornavano dai loro cari”.

“La mente umana ha un’incredibile capacità di autodifesa in situazioni difficili. I nostri governi hanno scelto di non negoziare con lo Stato islamico”, continua Cantlie. “E mentre tutti gli altri accettavano le condizioni poste per il rilascio, per noi non c’era nessun accordo”.

Il filmato propagandistico è in linea con i quattro episodi già usciti a settembre e ottobre, e si chiama Lend Me Your Ears Episode 5. L’Isis aveva già annunciato che avrebbe diffuso sette video dell’ostaggio britannico John Cantlie. Anche in questo caso, Cantlie annuncia di voler spiegare la verità sui jihadisti e su come i media occidentali manipolano le notizie sull’Isis.

Come negli altri video, è costretto a rivelare “verità scomode” che hanno portato alla decapitazione dei suoi compagni di prigionia, affermando che lo Stato Islamico li ha trattati bene: “Non si sta male”, dice.

“Hanno ricevuto libri, giochi ricreativi. Non hanno vissuto male”. Sono stati trattati bene tranne quando hanno cercato di fuggire, e in quel caso hanno subìto lo stesso trattamento che gli americani hanno riservato ai prigionieri musulmani che tentavano la fuga, ossia la tortura del waterboarding.

Il raffronto delle immagini nei diversi filmati sembra dimostrare che il video sia stato registrato tutto in una volta, e distribuito in più parti. Cantlie ha concluso dando appuntamento al prossimo episodio.

LEGGI Cos’è l’Isis, spiegato senza giri di parole

Ti potrebbe interessare
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Ti potrebbe interessare
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Esteri / Elena Basile a TPI: “La guerra ha ridotto l’Europa al vassallaggio. Bisogna rifondare l’Ue”
Esteri / Terre rare e altre materie critiche: la pistola della Cina puntata alla testa degli Stati Uniti
Esteri / Sudan Connection: la geopolitica del massacro tra oro, armi e interessi internazionali
Esteri / L’esperta del Gruppo di Lavoro Onu contro le Sparizioni Forzate Aua Baldé a TPI: “Le vittime registrate in Sudan non sono nemmeno la punta dell’iceberg”
Esteri / Il genocidio in Sudan di cui non parla nessuno
Esteri / La corsa della Cina alla supremazia tecnologica globale
Esteri / Il direttore del programma di Emergency in Sudan, Matteo D’Alonzo, a TPI: “Si combatte di casa in casa, persino tra familiari. E anche con i droni”