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Dopo 80 anni sono stati identificati i resti dell’aviatrice Amelia Earhart

Immagine di copertina
L'aviatrice statunitense Amelia Earhart, scomparsa nel 1937 insieme al suo navigatore Fred Noonan

L'aviatrice statunitense scomparve insieme al suo navigatore di bordo, Frederick Noonan, il 2 luglio 1937, mentre cercava di compiere un viaggio intorno al mondo

Uno studio pubblicato nell’edizione Winter 2018 della rivista Forensic Anthropology, pubblicata da UF Press presso l’Università della Florida, ha stabilito che le ossa scoperte in un’isola dell’Oceano Pacifico meridionale appartenevano “probabilmente” alla famosa aviatrice Amelia Earhart.

A condurre la ricerca è stato Richard Jantz, professore di antropologia presso l’Università del Tennessee, il quale ha stabilito che queste ossa, trovate quasi 80 anni fa “hanno più somiglianze con quelle di Earhart rispetto al 99 per cento delle persone all’interno del campione di riferimento”.

Jantz ha affermato che “fino a quando non verranno fornite prove definitive che i resti non sono quelli di Amelia Earhart, gli argomenti più convincenti sono che sono suoi”.

L’aviatrice statunitense scomparve insieme al suo navigatore di bordo, Frederick Noonan, il 2 luglio 1937, mentre cercava di compiere un viaggio intorno al mondo.

Il professor Jantz sostiene che Earhart è naufragata col suo velivolo sull’isola di Nikumaroro, situata a est della Papua Nuova Guinea.

A tre anni dalla sua scomparsa, nel 1940, un gruppo di lavoro si imbatté in un cranio umano, omero, raggio, tibia, fibula e due femori, rinvenuti nell’isola Nikumaroro.

Quello stesso anno, un medico, il dottor D.W. Hoodless della Central Medical School delle Figi ha misurato le ossa e stabilendo che appartenevano a un uomo.

Ma Jantz ha rianalizzato le misurazioni ossee e ha determinato che non solo appartenevano a una donna, ma che probabilmente si trattava di Earhart.

Ha confrontato le dimensioni del cranio, dell’omero, del raggio e della tibia con le dimensioni di Earhart, che si basavano su fotografie e vestiti trovati nella Collezione George Palmer Putnam della Purdue University.

“Le ossa sono coerenti con Earhart sotto tutti gli aspetti che conosciamo o possiamo ragionevolmente dedurre”, recita lo studio.

Ric Gillespie, direttore esecutivo dell’International Group for Historic Aircraft Recovery, ha detto che i registri radio indicano che Earhart ha fatto richieste di soccorso per diversi giorni dopo la scomparsa dell’aereo.

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