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Home » Esteri

Ucraina: il presidente Usa Joe Biden sconfessa
se stesso
e autorizza l’invio a Kiev
anche
delle mine antiuomo

Immagine di copertina
Fortificazioni a denti di drago e filo spinato nella regione di Kharkiv, in Ucraina. Credit: ZUMAPRESS.com / AGF

Nel 2020, quando Trump ampliò il ricorso a questo genere di ordigni, le definì pericolose per i civili, "a rischio di restare feriti da bombe inesplose", e "inutili da una prospettiva militare"

Il presidente uscente degli Stati Uniti Joe Biden ha autorizzato la fornitura di mine antiuomo all’Ucraina per fermare l’avanzata della Russia nel Donbass e nella regione di Kursk, occupata dalle truppe di Kiev, sconfessando la propria politica e rimangiandosi una dichiarazione del 2020, quando definì il ricorso a questi ordigni pericoloso per i civili, “a rischio di restare feriti da bombe inesplose”, e “inutile da una prospettiva militare”.

La notizia, pubblicata dal quotidiano statunitense The Washington Post, è stata confermata dal segretario uscente alla Difesa statunitense Lloyd Austin, secondo cui il cambiamento della politica americana sulle mine antiuomo in Ucraina segue un cambiamento di tattica da parte dei russi. Kiev, ha detto il capo del Pentagono durante il suo viaggio in Laos, ha “bisogno di forniture che possano aiutare a rallentare” l’avanzata di Mosca.

La scelta del presidente uscente arriva a pochi giorni dall’autorizzazione concessa dagli Usa all’Ucraina di utilizzare i missili a lungo raggio forniti da Washington a Kiev per colpire anche i territori all’interno della Russia, come già avvenuto ieri nella regione di Bryansk, colpita da sei razzi ATacMS di fabbricazione americana.

Gli Stati Uniti (come la Russia) non hanno mai firmato la Convenzione di Ottawa del 1997 (di cui l’Italia fa parte insieme ad altri 163 Paesi, compresa l’Ucraina), che vieta l’uso, lo stoccaggio, la produzione e la vendita delle mine antiuomo. Ma nel 2014 Obama impedì l’esportazione e il ricorso a queste armi di fabbricazione statunitense al di fuori della Penisola coreana, di fatto applicando le norme del trattato per l’export nel resto del mondo. 

Nel 2020 però, l’allora presidente Donald Trump (rieletto proprio questo mese) annullò la decisione, sottolineando la necessità di un ricorso strategico a questi ordigni per contrastare Russia e Cina. “Metterà più civili a rischio di essere feriti da mine inesplose, ed è inutile da una prospettiva militare”, commentò l’allora candidato presidente Joe Biden, definendo “sconsiderata” la decisione del magnate newyorkese. Tanto che, arrivato alla Casa bianca, l’attuale presidente uscente degli Stati Uniti ripristinò nel 2022 la politica di Obama. Ma ora si è rimangiato tutto.

Anche se, ha precisato il segretario uscente alla Difesa, la Casa bianca invierà all’Ucraina solo mine “non persistenti”. “Possiamo controllare quando si auto-attivano, quando auto-detonano e questo le rende molto più sicure”, ha sottolineato Austin. Inoltre, ha aggiunto il capo del Pentagono, Kiev (che nel 1999 ha ratificato la Convenzione di Ottawa) sta già producendo le proprie mine antiuomo mentre, secondo le fonti citate dal Washington Post, l’amministrazione del presidente Volodymyr Zelensky si è impegnata con gli Usa a non piazzare tali ordigni in aree densamente popolate.

Per Human Rights Watch però questo non riduce affatto i rischi per la popolazione civile, visto che le mine cosiddette “non persistenti” non sempre si disattivano in modo affidabile e richiedono complicati sforzi di bonifica. “Ma la Russia le usa comunque”, ha ribadito un funzionario americano citato dal Washington Post.

Non è comunque la prima volta che gli Stati Uniti forniscono mine antiuomo a Kiev: già nel 2023 la Casa bianca aveva approvato l’invio delle M18A1 Claymore all’Ucraina, il cui impiego però non è proibito dalle leggi internazionali se fatte esplodere manualmente o da remoto. La nuova mossa di Biden rischia però di alimentare l’escalation a due mesi dal reinsediamento di Trump, che ha promesso di limitare gli aiuti militari a Kiev e di negoziare un accordo con Mosca, che ieri ha anche aggiornato la dottrina nucleare della Russia, ampliando la possibilità di ricorrere alle armi atomiche.

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