L’indiscrezione del Financial Times, Trump avverte Zelensky: “Cedi il Donbass alla Russia o Putin vi distruggerà”
Il presidente ucraino ha definito "pungente" l'incontro avuto alla Casa bianca con Trump, che ha contestualmente rigettato la richiesta di Kiev di acquistare i missili Tomahawk per colpire i territori di Mosca
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha fatto pressioni su Volodymyr Zelensky affinché l’Ucraina ceda alla Russia gli ultimi territori delle regioni orientali del Donbas non ancora occupate da Mosca. L’indiscrezione del quotidiano finanziario britannico The Financial Times racconta l’incontro a porte chiuse avvenuto venerdì 17 ottobre alla Casa bianca, quando il presidente statunitense ha ricevuto il suo omologo ucraino. Un colloquio che, secondo le fonti citate dal quotidiano finanziario britannico, sarebbe addirittura degenerato in urla e parolacce tra i due leader, non nuovi a scontri avvenuti negli scorsi mesi anche a favor di telecamere.
L’incontro, avvenuto a poche ore dall’ultima telefonata tra Trump e il presidente russo Vladimir Putin in cui i due hanno concordato di rivedersi per un nuovo vertice a Budapest dopo il summit di Ferragosto ad Anchorage in Alaska, non era cominciato sotto i migliori auspici. L’iniziale ottimismo da parte dei funzionari di Kiev sulla disponibilità degli Stati Uniti a rifornire l’Ucraina dei missili Tomahawk con cui colpire in profondità il territorio russo, si è scontrato con la realtà non appena atterrati a Washington D.C. dove la delegazione di Zelensky non è stata accolta da nessun alto rappresentante statunitense. Ma è alla Casa bianca che, secondo il Financial Times, la situazione sarebbe degenerata.
Qui Trump, hanno rivelato al quotidiano finanziario britannico una serie di fonti “europee”, “ha imprecato per tutto il tempo”, ha detto di essere “stanco” di vedere le mappe della linea del fronte (portate da Zelensky) e ha ripetuto quanto Putin gli aveva riportato: “L’economia russa va alla grande”. Nella telefonata di due giorni prima, secondo il Financial Times, il leader del Cremlino avrebbe posto a Trump una condizione ineludibile per arrivare alla pace: il ritiro delle truppe ucraine dai territori non ancora occupati delle regioni di Luhansk e Donetsk, nell’est del Paese, il che equivarrebbe di fatto a una resa di Kiev. Richieste riferite dal presidente Usa al suo omologo ucraino durante il colloquio avvenuto alla Casa bianca, in cui Trump avrebbe consigliato a Zelensky di accettare o di affrontarne le conseguenze. “Putin ha detto che avrebbe distrutto l’Ucraina, se non fossi stato d’accordo”, avrebbe detto l’inquilino della Casa bianca al leader di Kiev, secondo un funzionario europeo a conoscenza dell’incontro, citato dal Ft. Inoltre, secondo fonti citate dal portale statunitense Axios, il presidente Usa avrebbe contestualmente rigettato la richiesta dell’Ucraina di acquistare i missili Tomahawk per colpire la Russia.
L’incontro, definito sui social dallo stesso Zelensky come “pungente”, si è concluso senza una conferenza stampa congiunta. Non solo: il presidente ucraino non ha nemmeno potuto tenerne una all’interno della Casa bianca ma ha dovuto organizzarla fuori dal perimetro della residenza di Trump. Qui il leader di Kiev ha definito “delicato” l’argomento dei missili Tomahawk, senza fare ulteriori commenti. Rispondendo a una domanda posta dall’inviato dell’emittente Nbc poi si è detto aperto a un incontro con Putin, proponendo anche stavolta Budapest come possibile sede ma ribadendo che nessun accordo di pace con Mosca può essere concluso senza la partecipazione dell’Ucraina ai negoziati. “È ora di fermare le uccisioni e raggiungere un accordo”, ha poi confermato sul suo social Truth Donald Trump, aggiungendo che le attuali linee del fronte potrebbero costituire le nuove frontiere tra Ucraina e Russia. “I confini sono definiti dalla guerra e dal coraggio”, ha scritto Trump, esortando entrambe le parti a cessare le ostilità.
Durante la sua ultima telefonata con il presidente Usa, secondo il quotidiano statunitense The Washington Post, il leader del Cremlino si sarebbe persino detto pronto al ritiro dalle zone occupate di Kherson e Zaporizhzhia in cambio del pieno controllo del Donbas, un’indiscrezione non confermata da Mosca. Da parte sua, l’inquilino della Casa bianca ha cambiato più volte posizione in merito all’integrità territoriale ucraina. Prima del suo ultimo incontro avvenuto ad agosto con Putin, aveva suggerito la possibilità di uno scambio di territori tra le parti. A settembre però aveva affermato che Kiev avrebbe anche potuto riconquistare le zone occupate da Mosca. Dopo l’ultimo colloquio con Zelensky invece pare sostenere un congelamento del conflitto. Ma l’attuale costituzione ucraina, come ribadito più volte da Kiev, proibisce la cessione di territori.
Intanto, secondo il Ft, dopo il colloquio avvenuto a Washington, il presidente ucraino avrebbe contattato diversi leader europei e della Nato, mostrandosi piuttosto “negativo”. “Nessuno di noi dovrebbe fare pressione su Zelensky quando si tratta di concessioni territoriali”, ha commentato sui social il premier della Polonia, Donald Tusk. “Dovremmo tutti fare pressione sulla Russia affinché cessi la sua aggressione. L’appeasement non è mai stato la strada per una pace giusta e duratura”.