Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 18:08
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Guerra Turchia curdi, Diario dal Rojava: Lina Abdel Wahab, l’ennesima donna curda presa di mira in Siria, è scampata alla morte

Immagine di copertina

Lina Abdel Wahab, l’ennesima donna curda presa di mira nel conflitto in Siria, è scampata alla morte

Un colpo al volto che l’ha presa di striscio, e uno alla spalla sinistra. Contro ogni aspettativa, Lina Abdel Wahab si è salvata. Domenica scorsa un commando di uomini armati è arrivato davanti alla porta di casa sua, in un villaggio nei pressi di Deir ez Zor in Siria, e ha cercato di ucciderla. La motivazione è, ancora una volta, politica.

La donna, infatti, è membro del consiglio del Partito del Futuro della Siria (FSP). Un movimento politico, nato nel 2018, che vuole rappresentare tutte le componenti del Nord Est della Siria. Un progetto che dà fastidio, soprattutto alla Turchia che continua a sostenere che la zona è sotto il controllo del PKK. Il FSP contraddice questa narrativa e smonta tutte le teorie che hanno portato all’invasione il 9 ottobre scorso.

Abdel Wahab è l’ennesima donna che è stata presa di mira dall’inizio del conflitto. La co-presidente del FSP, Hevrin Khalaf, è caduta in un’imboscata di milizie turche tre giorni dopo l’inizio dell’operazione “Sorgente di Pace”. La stavano aspettando lungo la strada e con lei sono morte altre sette persone, tutte nel convoglio. Il corpo di Amara, una combattente dell’Unità di Protezione delle donne (YPJ) è stato martoriato e mostrato alle telecamere. Poi la combattente Cicek catturata e mostrata alle telecamere mentre la insultavano.

Intanto la Turchia ha annunciato di aver deportato i primi rifugiati siriani a Tal Abyad (Gire Spi), la prima città conquistata da Ankara e da cui sono scappate decine di migliaia di persone. I nuovi residenti non sono siriani della zona, ma provengono da altre parti del Paese. Il governo turco sta creando un’emergenza umanitaria e viene accusata di pulizia etnica. Decine le testimonianze di chi cerca di tornare a casa, raccontano di miliziani che chiedono: “Sei arabo o curdo?”.

Leggi anche:

Guerra in Siria, Diario dal Rojava: viaggio tra le famiglie curde che non fuggono dal Tel Tamer
Siria, lo spray diventa un lanciafiamme e la teiera versa sangue: così i curdi boicottano i prodotti turchi
Ti potrebbe interessare
Ambiente / È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Da oggi potete acquistare la copia digitale
Esteri / Ecco cosa ho visto nella Cisgiordania strangolata dal regime di Netanyahu (di L. Boldrini)
Esteri / Trump fa pubblicare sul sito della Casa Bianca un registro degli articoli "falsi e fuorvianti"
Ti potrebbe interessare
Ambiente / È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Da oggi potete acquistare la copia digitale
Esteri / Ecco cosa ho visto nella Cisgiordania strangolata dal regime di Netanyahu (di L. Boldrini)
Esteri / Trump fa pubblicare sul sito della Casa Bianca un registro degli articoli "falsi e fuorvianti"
Esteri / Arrestati l'ex ministra Mogherini e l'ex ambasciatore Sannino: "Frode sui programmi di formazione per giovani diplomatici"
Esteri / Chi è l’ammiraglio Cavo Dragone, che ipotizza un “attacco preventivo” della Nato contro la Russia
Esteri / Unhcr lancia la campagna “Emergenza Inverno”: la testimonianza di Hamoud, padre di quattro figli in Siria
Esteri / Il New York Times pubblica un articolo sulla salute di Trump, lui si infuria: "Sto benissimo"
Esteri / La Corte Ue: “Il matrimonio gay celebrato in un Paese membro va riconosciuto”
Esteri / Il prezzo della pace tra Ucraina e Russia: ecco cosa prevedono il piano Trump e la controproposta europea
Esteri / Zohran Kwame Mamdani, un socialista a New York