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Home » Esteri

Guerra in Medio Oriente, le ultime notizie. Massiccio raid di Israele su Teheran: uccisi i vertici dell’intelligence dei pasdaran. L’Iran bombarda lo Stato ebraico con l’aiuto degli Houthi

Immagine di copertina
Tel Aviv durante i raid iraniani di venerdì notte. Credit: AGF

Il retroscena: "Trump ha posto il veto sull'uccisione di Khamenei". Ma Netanyahu smentisce. Finora 13 morti in Israele e 406 in Iran

È il terzo giorno di guerra tra Israele e Iran e proseguono gli attacchi incrociati tra i due Paesi. Nella giornata di oggi, domenica 15 giugno, lo Stato ebraico ha lanciato un massiccio bombardamento su Teheran colpendo decine di edifici e siti istituzionali, militari e di ricerca: nel corso del raid sono rimasti uccisi il capo dell’intelligence delle Guardie Rivoluzionarie iraniane e il suo vice, Mohammad Kazemi e Hassan Mohaqeq. L’aeronautica militare israeliana ha colpito inoltre l’aeroporto di Mashhad, nel nord-est dell’Iran, a circa 2.300 chilometri da Israele, mettendo a segno “l’attacco più in profondità dall’inizio dell’operazione”.

Sul fronte opposto, la notte scorsa i raid iraniani hanno provocato almeno 10 morti e 200 feriti nelle città israeliane di Bat Yam, a sud di Tel Aviv, e Tamra, vicino a Haifa. Alcuni dei missili sono stati lanciati dallo Yemen per mano della milizia filo-iraniana degli Houthi.

In precedenza Israele aveva bombardato infrastrutture civili ed energetiche in tutto l’Iran, colpendo anche due depositi di carburante, tra cui quello di Shahran, nel nord-ovest di Teheran, dove si è innescato un incendio.

Secondo l’ong statunitense Human Right Activist, nei bombardamenti israeliani contro il regime degli ayatollah sono rimaste uccise almeno 406 persone e ferite 654. Sul fronte israeliano invece i morti accertati finora sono 13, tra cui 3 bambini.

Oggi l’agenzia di stampa britannica Reuters, citando due fonti dell’amministrazione Usa, ha riferito che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha posto il veto al piano israeliano di uccidere la Guida Suprema dell’Iran Ali Khamenei. Il retroscena è stato commentato così dal premier israeliano Benjamin Netanyahu: “Ci sono così tante notizie false su conversazioni che non sono mai avvenute e non ho intenzione di entrare nel merito”.

Ieri Teheran aveva avvertito Stati Uniti, Regno Unito e Francia che, se si attiveranno in difesa di Israele, le loro basi e navi nella regione saranno prese di mira.

Per tutta risposta,  Trump, intervenendo sul social di sua proprietà Truth, chiarisce che gli Usa “non hanno avuto nulla a che fare con l’attacco all’Iran”, ma mette in guardia che se gli Stati Uniti venissero “attaccati in qualsiasi modo, forma o maniera dall’Iran, tutta la forza e la potenza delle Forze Armate statunitensi si abbatterebbero su di loro a livelli mai visti prima”. “Tuttavia – conclude Trump – possiamo facilmente raggiungere un accordo tra Iran e Israele e porre fine a questo sanguinoso conflitto!!!”.

Ma il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, lo gela: “Siamo fiduciosi che le nostre attività nucleari siano pacifiche. Se ci sarà un accordo che priverà l’Iran del suo diritto alle attività nucleari, naturalmente non saremo pronti ad accettarlo”. “L’Iran – ha aggiunto – avrebbe dovuto tenere oggi a Muscat un nuovo round di colloqui sul nucleare con gli Stati Uniti ed eravamo pronti a presentare un piano che poteva portare ad un accordo”.

Ieri Trump ha avuto un colloquio telefonico con il presidente russo Vladimir Putin in cui ha ribadito che la guerra tra Israele e Iran “deve finire” così come quella in Ucraina.

Tuttavia sembra che in Medio Oriente siamo solo all’inizio del conflitto. Fonti statunitensi e israeliano hanno riferito alla Cnn che le operazioni dello Stato ebraico contro l’Iran dureranno “settimane, non giorni” e che procedono con l’approvazione implicita di Washington.

Intanto, il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha avuto una telefonata con i suoi omologhi israeliano e iraniano. Parlando con l’israeliano Gideon Saar, Wang ha affermato che Pechino “si oppone chiaramente alla violazione del diritto internazionale da parte di Israele attaccando l’Iran con la forza, soprattutto in un momento in cui la comunità internazionale sta ancora cercando una soluzione politica alla questione nucleare iraniana”. Il rappresentante cinese ha invocato un ritorno alla diplomazia, sottolineando che le vie diplomatiche per risolvere la questione nucleare iraniana non sono ancora state esaurite e aggiungendo che “la forza non può portare una pace duratura”.

Nella telefonata con Abbas Araghchi, ministro degli Esteri iraniano, Wang ha sottolineato che la Cina condanna “la violazione da parte di Israele della sovranità, della sicurezza e dell’integrità territoriale dell’Iran” e si oppone ai “brutali attacchi” contro i funzionari iraniani.  Il capo della diplomazia cinese ha inoltre ribadito che Pechino sostiene l’Iran nel salvaguardare la sua sovranità e ha denunciato gli attacchi di Israele contro gli impianti nucleari iraniani, affermando che “creano un precedente pericoloso che potrebbe avere conseguenze disastrose”.

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