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Guerra a Gaza, Israele colpisce un rifugio dell’Onu che ospitava 800 sfollati: 12 morti e 75 feriti

Immagine di copertina
Credit: AP Photo

Secondo le Nazioni Unite, ai soccorsi è stato permesso di arrivare sul posto soltanto diverse ore dopo l’attacco

Almeno 12 persone sono state uccise e oltre 75 sono rimaste ferite ieri nel sud della Striscia di Gaza quando due colpi sparati da carri armati israeliani hanno colpito un rifugio dell’Onu che ospitava centinaia di sfollati. La notizia è stata confermata in una nota dal direttore dell’agenzia Onu per i palestinesi (UNRWA) a Gaza, Thomas White.
“Con l’intensificarsi dei combattimenti negli ultimi giorni nell’area del nostro centro di formazione, che ospitava migliaia di persone, è stata accertata la morte di 12 persone e il ferimento di altre 75, di cui 15 versano in condizioni critiche. Ieri il centro è stato colpito da due proiettili e ha preso fuoco”, si legge nel comunicato.

S&D

“L’edificio colpito ospitava 800 persone”, aveva scritto ieri pomeriggio White sui social. La struttura colpita infatti fa parte di un compound dell’Onu che offre un rifugio a quasi 30mila sfollati. “La situazione a Khan Younis evidenzia un costante fallimento nel rispetto dei principi fondamentali del diritto internazionale umanitario: distinzione (tra combattenti e civili, ndr), proporzionalità e precauzione nell’effettuare gli attacchi”, ha denunciato il funzionario dell’Onu. “È inaccettabile e ripugnante e deve finire”.

Non solo: secondo l’UNRWA, ai soccorsi è stato permesso di arrivare sul posto soltanto diverse ore dopo l’attacco. “Numerose missioni per valutare la situazione sono state inizialmente respinte”, ha dichiarato White. “Ieri sera, le Nazioni Unite sono finalmente riuscite a raggiungere le zone colpite per curare i pazienti, portare forniture mediche ed evacuare i feriti al valico di Rafah”, al confine con l’Egitto.

Anche gli Stati Uniti hanno condannato il raid. “Deploriamo l’attacco di oggi al centro di formazione delle Nazioni Unite a Khan Yunis”, ha detto ieri sera in conferenza stampa il ​​vice portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Vedant Patel, definendo l’accaduto “terribilmente preoccupante”. “Lo avete già sentito dire da me, lo avete già sentito dire dal Segretario di Stato (Antony Blinken), ma i civili devono essere protetti e la funzione di sostegno delle installazioni delle Nazioni Unite deve essere rispettata. Gli operatori umanitari devono essere protetti in modo che possano continuare a fornire ai civili l’assistenza umanitaria salvavita di cui hanno bisogno”.

A seguito dell’invasione di Gaza, Israele aveva chiesto alla popolazione civile palestinese di evacuare il nord della Striscia e di rifugiarsi nel sud del territorio costiero, la cui località principale è proprio Khan Yunis. Secondo le autorità della Striscia, controllata da Hamas, almeno 50 palestinesi sono stati uccisi in città nelle ultime 24 ore.

“I continui attacchi contro obiettivi civili a Khan Younis sono assolutamente inaccettabili e devono cessare immediatamente. Le persone vengono uccise e ferite. Mentre i combattimenti si intensificano attorno agli ospedali e ai rifugi che ospitano gli sfollati, i civili restano intrappolati all’interno e le operazioni di soccorso vengono ostacolate”, ha aggiunto il direttore dell’agenzia Onu per i palestinesi (UNRWA) a Gaza.

“Pesanti combattimenti vicino agli ospedali rimasti aperti a Khan Younis, tra cui il Nasser e l’Al-Amal, hanno di fatto circondato queste strutture, lasciando il personale terrorizzato e i pazienti e gli sfollati intrappolati all’interno. L’ospedale Al-Khair invece è stato chiuso dopo che i pazienti, comprese donne che avevano appena subito un taglio cesareo, sono stati evacuati nel cuore della notte. È inaccettabile e ripugnante e deve finire”.

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