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Home » Esteri

Il governo May attaccato perché vuole rendere più difficile assumere dipendenti stranieri

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La proposta dei conservatori prevede che i datori di lavoro comunichino la percentuale di lavoratori che non sono cittadini del Regno Unito

Il governo di Theresa May è stato duramente attaccato in merito alla proposta di imporre alle aziende di rivelare la percentuale di stranieri che lavorano per loro.

L’idea è stata presentata dal ministro dell’Interno britannico Amber Rudd al congresso del partito conservatore di martedì 4 ottobre 2016.

Rudd ha tracciato quelle che potrebbero divenire le linee guida post-Brexit del governo conservatore sul tema dell’immigrazione. La misura sarebbe volta a ridurre il saldo migratorio e incoraggiare le imprese ad assumere personale britannico, ostacolando di fatto l’assunzione di lavoratori stranieri.

Tuttavia alcune importanti personalità nel mondo delle aziende hanno criticato la proposta, obiettando che l’economia del Regno Unito sarebbe danneggiata da tale provvedimento in quanto, ad esempio, molti lavoratori stranieri sono stati assunti perché dotati di competenze di cui il personale britannico è privo.

“Il fatto che le imprese segnalino il numero dei loro dipendenti che non sono cittadini del Regno Unito sarà un anatema completo per tutti i datori di lavoro responsabili”, ha detto Tim Thomas, responsabile per l’impiego a EEF, l’organizzazione britannica dei produttori, “Ironia della sorte, in un momento in cui il governo dice di voler estendere le opportunità a tutti e promuovere l’inclusione, questa proposta creerà divisioni e sarà dannosa per la forza lavoro diversificata e multiculturale del Regno Unito”.

Adam Marshall, direttore generale della Camera di commercio britannica, ha detto che avere una forza lavoro globale non deve essere visto come un “distintivo della vergogna”.

“Le aziende non devono essere penalizzate o dare spiegazioni per aver assunto personale straniero quando hanno specifiche esigenze di competenze”, ha spiegato Marshall, “Molti sarebbero preoccupati se le loro specifiche necessità fossero ridotte a mere percentuali, o utilizzate per suggerire che loro non stanno facendo il loro dovere verso il paese”.

A seguito delle critiche, il ministro Rudd ha difeso la proposta del governo. “Non credo che dovremmo trovarci in una situazione in cui non si può parlare di immigrazione”, ha detto, “Non dobbiamo ignorare il fatto che la gente vuole parlare di immigrazione, quindi non chiamatemi razzista se parlo di immigrazione”.

“I leader del partito conservatore hanno toccato il fondo questa settimana soffiando sul fuoco della xenofobia e dell’odio nelle nostre comunità e cercando di incolpare gli stranieri per i loro fallimenti”, ha commentato il leader dei laburisti Jeremy Corbin.

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