Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 17:55
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

L’ultimo messaggio di Hossam Shabat, il 208esimo giornalista ucciso da Israele a Gaza: “Se leggete queste parole vuol dire che sono morto, non smettete di parlare di Gaza”

Immagine di copertina

Reporter di Al Jazeera, il giornalista è stato ucciso da un drone israeliano che ha colpito l'auto su cui viaggiava

“Se state leggendo questo messaggio, significa che sono stato ucciso”: inizia così il messaggio di Hossam Shabat, il 208esimo giornalista ucciso da Israele a Gaza. Reporter di Al Jazeera, Shabat è stato assassinato da un drone israeliano che ha colpito l’auto su cui viaggiava. Secondo lo Shin Bet e l’esercito israeliano, il giornalista era un membro di Hamas. Su X, intanto, è stato pubblicato il messaggio che Hossam Shabat avrebbe scritto prima di morire.

“Se state leggendo questo messaggio, significa che sono stato ucciso – molto probabilmente, bersagliato – dalle forze di occupazione Israeliane. Quando tutto ciò ha avuto inizio, avevo solo 21 anni: ero uno studente con dei sogni, come chiunque altro. Negli scorsi 18 mesi, ho dedicato ogni momento della mia vita al mio popolo: ho documentato gli orrori inflitti a Gaza, minuto per minuto, determinato a mostrare al mondo quella verità che cercavano di seppellire”.

E ancora: “Ho dormito su pavimenti, nelle scuole, nelle tende – ovunque potessi. Ogni giorno è stato una battaglia per la sopravvivenza. Ho sopportato la fame per mesi, e ciononostante sono sempre rimasto 
a fianco del mio popolo. Per Dio, ho assolto al mio dovere come giornalista. Ho messo a rischio tutto per riportare e raccontare la verità, 
ed ora sono finalmente a riposo – qualcosa che non ho 
mai più conosciuto negli ultimi 18 mesi”.

Il toccante messaggio, quindi, si conclude: “Ho fatto tutto ciò poiché credo nella causa Palestinese. 
Credo che questa terra sia nostra, e morire per difenderla 
e per servire la sua gente è stato il più grande onore della mia vita. Ora vi chiedo: non smettete di parlare di Gaza. 
Non lasciate che il mondo volga lo sguardo. 
Continuate a lottare, continuate a raccontare le nostre storie: 
finché la Palestina sarà libera. Per l’ultima volta, Hossam Shabat, Gaza”.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da TPI (@tpi)

Leggi anche: Le ultime notizie in tempo reale sulla guerra di Israele e Gaza
Ti potrebbe interessare
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Ti potrebbe interessare
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Esteri / Elena Basile a TPI: “La guerra ha ridotto l’Europa al vassallaggio. Bisogna rifondare l’Ue”
Esteri / Terre rare e altre materie critiche: la pistola della Cina puntata alla testa degli Stati Uniti
Esteri / Sudan Connection: la geopolitica del massacro tra oro, armi e interessi internazionali
Esteri / L’esperta del Gruppo di Lavoro Onu contro le Sparizioni Forzate Aua Baldé a TPI: “Le vittime registrate in Sudan non sono nemmeno la punta dell’iceberg”
Esteri / Il genocidio in Sudan di cui non parla nessuno
Esteri / La corsa della Cina alla supremazia tecnologica globale
Esteri / Il direttore del programma di Emergency in Sudan, Matteo D’Alonzo, a TPI: “Si combatte di casa in casa, persino tra familiari. E anche con i droni”