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Elezioni Pakistan: vince Imran Khan tra le denunce di brogli

Immagine di copertina
Sostenitori del partito Pakistan Tehreek-e-Insaf a Karachi. Credit: Rizwan Tabassum/ Afp

Quasi tutti i principali partiti del paese, compreso quello del governo uscente, non accettano il risultato: il voto è stato circondato da forti tensioni con attentati in cui sono morti diversi candidati

Elezioni Pakistan 2018 | Il sistema elettorale in Pakistan | La sanguinosa campagna elettorale | I principali partiti politici

È Imran Khan, a capo del Movimento per la Giustizia del Pakistan (Pakistan Tehreek-e-Insaf), il vincitore delle elezioni in Pakistan che si sono tenute mercoledì 25 luglio 2018.

S&D

Secondo i primi risultati, non ancora ufficiali, la sua lista è in testa con 119 seggi dell’Assemblea nazionale (per avere la maggioranza ne servono 137).

Segue il partito di governo uscente della Lega musulmana pakistanza-Nawaz (Pml-N) con 64 seggi.

Quasi tutti i principali partiti politici del paese denunciano brogli e non accettano i risultati dello spoglio ancora in corso.

Il partito del governo uscente, la Lega Musulmana del Pakistan (PML-N), ha denunciato “frodi flagranti” e ha promesso di usare “tutte le opzioni politiche e legali per rimediare agli eclatanti eccessi”.

“Ciò che hanno fatto oggi ha respinto il Pakistan indietro di 30 anni, la gente non lo sopporterà”, ha tuonato il leader del partito Shahbaz Sharif, fratello dell’ex premier in carcere Nawaz.

Altre importanti partiti hanno parlato di presunti frodi, incluso il Pakistan peoples party (Ppp), un tempo dominante, con il presidente Bilawal Bhutto Zardari che ha fatto eco alla dichiarazione di Sharif denunciando come i rappresentanti del partito sarebbero stati esclusi dal monitoraggio del conteggio, twittando che la situazione era “imperdonabile e oltraggiosa”.

Il voto è stato circondato da forti tensioni nel paese. La campagna elettorale è stata segnata da numerosi attentati nei quali hanno perso la vita alcuni candidati e anche il giorno delle elezioni, mercoledì 25 luglio, è stato bagnato dal sangue.

Poco prima che i seggi aprissero un attentato suicida ha colpito la città di Quetta, nell’ovest del paese, provocando almeno 31 morti e 32 feriti.

Secondo i sondaggi di Gallup Pakistan, l’affluenza è stata “tra il 50 e il 55 per cento”, vicina a quella delle precedenti elezioni nel 2013. I primi risultati parziali sono attesi in serata, ma nessuno si è sbilanciato a fare previsioni. 

Il conteggio dei voti ha subito molti ritardi. Secondo i media locali, tredici ore dopo la chiusura dei seggi era stata controllata meno della metà delle schede

La Commissione elettorale pakistana (ECP) ha giustificato la lentezza dei lavori per “problemi tecnici” legati all’uso di un nuovo software.

“Queste elezioni non sono manipolate ma al 100 per cento eque e trasparenti”, ha detto Sardar Muhammad Raz, il direttore del Centro, in una conferenza stampa.

Sono stati 106 i milioni di pakistani chiamati alle urne su una popolazione di 207 milioni di persone. In ballo ci sono 849 seggi tra parlamento nazionale e assemblee regionali.

L’appuntamento elettorale era molto atteso e rappresenta un banco di prova per capire le ripercussioni sul partito al governo causate dalla decisione della Corte suprema di impedire all’ex premier Sharif di ricoprire cariche pubbliche.

La giornata elettorale è stata caratterizzata anche dal tentativo delle autorità di incentivare l’affluenza femminile, in una società ancora fortemente maschilista e dove è stato spesso impedito alle donne di recarsi alle urne.

Per la prima volta, la Commissione elettorale centrale ha inviato una comunicazione per ricordare che le schede dei seggi con una partecipazione femminile inferiore al 10 per cento del totale non sarebbero conteggiate.

“Il potere è nelle vostre mani. La democrazia vincerà'”, ha twittato la premio Nobel per la pace, Malala Yousafzai, rivolgendosi alle sue connazionali.

Nel Waziristan del Nord, la regione tribale al confine con l’Afghanistan, le donne hanno votato per la prima volta. Non è stato lo stesso a Dhurnal, città nel distretto di Chakwal, nel Punjab, dove alle pakistane è stato impedito di andare ai seggi.

“Il voto delle donne è contro l’Islam”, hanno affermato alcuni uomini intervistati dopo il voto.

L’affluenza femminile è rimasta bassa nelle zone di Dir, Bajaur, Khyber Division, Shangla, Mohmand, Charsadda e nelle aree periferiche di Peshawar, dove alcuni uomini sono entrati in un seggio riservato alle donne e hanno cercato di chiuderlo.

Il sistema elettorale in Pakistan

Il parlamento pakistano è composto da un senato (camera alta) con 100 membri e da un’Assemblea Nazionale (camera bassa) con 342 membri. I membri dell’Assemblea Nazionale vengono eletti attraverso uno scrutinio uninominale maggioritario a suffragio universale.

Secondo la costituzione, dei 342 membri dell’Assemblea, 272 sono eletti in collegi elettorali uninominali, mentre 70 seggi sono riservati alle donne e alle minoranze religiose vengono assegnati ai partiti politici in base alla loro rappresentanza proporzionale.

I membri del Senato sono eletti di legislatori provinciali e tutte le province hanno pari rappresentanza.

La sanguinosa campagna elettorale

Durante la campagna elettorale si sono verificati numerosi episodi di violenza, durante i quali sono morti diversi civili e anche tre politici candidati alle elezioni.

Imran Khan, ex parlamentare che spera di diventare il prossimo primo ministro del Pakistan, ha dichiarato che sembra esserci una cospirazione per sabotare il voto del 25 luglio.

Ma ha sottolineato che il popolo del Pakistan non permetterà che vengano impedite quelle che sono elezioni “storiche” per il paese.

Ikramullah Gandapur

Il 22 luglio il candidato del partito Pakistan Tehreek-e-Insaf, Ikramullah Gandapur, è morto in un attacco suicida a Dera Ismail Khan, città del nord-est del paese. Si tratta del terzo candidato a essere stato ucciso prima del voto.

Gandapur è stato ucciso dopo che la sua vettura era arrivata nell’area della città di Kulachi, ha riportato la polizia. L’attentato è stato rivendicato dai Taliban pakistani.

Il Pakistan Tehreek-e-Insaf, il partito di cui Gandapur era membro, ha condannato l’attacco ma ha affermato che la campagna elettorale sarebbe continuata fino al giorno delle elezioni.

Il TTP, il Tehreek-e-Taliban Pakistan, ha rivendicato la responsabilità dell’attacco. “Ikram Gandapur era cercato per avere causato la morte di dieci Taliban”, ha fatto sapere Muhammad Khurasani, il portavoce del TTP, in una dichiarazione rilasciata  ai media.

Mir Siraj Raisani

Lo scorso 13 luglio almeno 128 persone sono morte e oltre 40 sono rimaste ferite nell’esplosione di una bomba durante un comizio elettorale a Mastung, nel sud-ovest del Pakistan.

L’attacco è stato rivendicato dall’Isis.

Tra le vittime c’è Mir Siraj Raisani, che era candidato per un seggio da deputato provinciale.

Sempre venerdì 13 luglio un kamikaze si è fatto esplodere mentre era  a bordo di una moto vicino a Bannu, nel nord-ovest del Pakistan: l’esplosione, che ha ucciso quattro persone, è avvenuta nelle vicinanze di un convoglio che trasportava un altro candidato alle elezioni, Akram Khan Durranim, che è sopravvissuto.

Haroon Bilour

L’11 luglio un altro candidato, Haroon Bilour, del Partito nazionale Awami (Anp), è morto in seguito a un attentato rivendicato dai Taliban pakistani.

Insieme a lui almeno 20 persone sono morte nell’attentato suicida avvenuto a Peshawar, nel nord-ovest del Pakistan.

Un kamikaze si è fatto esplodere durante un comizio in vista delle elezioni legislative in programma il 25 luglio.

L’attentato è stato rivendicato dai Taliban pakistani. Ci sono anche 65 feriti, alcuni dei quali in condizioni critiche.

I principali partiti politici del Pakistan

• Lega Musulmana del Pakistan (N): il suo attuale leader è Raja Zafar ul Haq. Si tratta di un partito dall’orientamento conservatore e liberale.

• Partito Popolare Pakistano: è guidato da Asif Ali Zardari ed è una forza politica moderatamente progressista e liberale, ispirata a un modello politico ed economico socialista e democratico.

• Movimento per la Giustizia del Pakistan (Pakistan Tehreek-e-Insaf): il leader è Imran Khan. È un partito politico centrista, nazionalista e anti-sistema, che ha l’obiettivo di creare un modello di stato sociale, democratico, moderno e islamico.

• Movimento Nazionale Unito (Muttahida Qaumi): è guidato da Altaf Hussain. Nasceva come organizzazione studentesca etnica in seno all’Università di Karachi.

• Associazione degli Ulema dell’Islam (Jamiat Ulema-e Islam): il suo leader è Maulana Fazal-ur-Rehman. Il partito è su posizioni vicine al conservatorismo e al fondamentalismo islamico

• Ahle Sunnat Wal Jamaal: è un partito islamista estremista, guidato da Aurangzeb Farooqi

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