Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 14:54
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Ecco perché il Regno Unito potrebbe non uscire dall’Ue prima del 2019

Immagine di copertina

Le ipotesi di un’attivazione della procedura di uscita già alla fine di quest’anno si fanno sempre più esili

Si fa sempre più probabile la possibilità che il Regno Unito non esca dal blocco europeo prima del 2019 per una serie di motivi. Le ipotesi di un’attivazione della procedura di uscita già alla fine di quest’anno si fanno sempre più esili.

Uno dei principali ostacoli è di natura prettamente organizzativa: i due ministeri che porteranno avanti l’operazione Brexit non sono ancora pronti per poter far partire l’imponente macchina di negoziazione dopo l’attivazione della clausola 50 del Trattato di Lisbona. David Davis, capo del Ministero Brexit, creato ad hoc dal nuovo governo per traghettare il paese fuori dall’Unione Europea, non ha ancora a disposizione il personale necessario.

Si tratta di almeno 250 addetti altamente qualificati in materia, mentre al momento ne sono stati assunti solamente 110. Stesso problema per Liam Fox, a capo del delicatissimo Ministero per il commercio internazionale, che ha per adesso reclutato solamente 100 esperti sui totali 500 di cui avrà bisogno.

È importante ricordare che in ambedue i ministeri il personale sarà impegnato sia a Londra che nelle diversi sedi europee. Altra fondamentale causa di ritardo sono le elezioni in Francia e Germania il prossimo anno. Diversi parlamentari e voci autorevoli, fra cui il nuovo sindaco laburista di Londra Sadiq Khan, sostengono che sarebbe bene attendere l’esito elettorale di due grandi stati come Germania e Francia per poter far partire e concludere i negoziati con gli stessi governi.

Un cambio di colore politico nelle controparti con i negoziati già in corso influenzerebbe di certo le trattative poiché è legittimo pensare che un governo opererebbe diversamente dal precedente.

Altro ostacolo da affrontare è la questione norvegese. La Norvegia, modello al centro della propaganda del movimento pro leave fa parte dell’European Free Trade Association, dove determinati stati accedono al libero mercato europeo senza essere membri dell’Unione europea.

La Norvegia non vede di buon occhio l’ingresso del Regno Unito, come dichiarato da Elisabeth Vik Asparker, Ministro per gli affari europei in Norvegia. Questo potrebbe infatti cambiare di molto l’assetto dell’organizzazione con l’ingresso britannico, sia per bilanciamento di poteri al suo interno, sia per il fatto che gli accordi che l’European Free Trade Association ha con altri 38 paesi nel mondo, andrebbero completamente rinegoziati.

Il Regno Unito era fra i paesi fondatori dell’Efta sin dal 1960, ma nel 1972 ne uscì per entrare a far parte dell’allora Comunità Economica Europea. La Norvegia ha potere di veto all’interno dell’organizzazione.

A cura di Maurizio Carta

Ti potrebbe interessare
Esteri / Dalla Russia filtra ottimismo: “Accordo vicino”. Ma no a concessioni sui territori né su truppe Nato in Ucraina
Esteri / Trump fa causa alla BBC per diffamazione e chiede un risarcimento da 10 miliardi di dollari
Esteri / Ucraina, dopo Berlino Trump è ottimista: “Mai così vicini alla pace”. Ma resta il nodo Donbass con la Russia
Ti potrebbe interessare
Esteri / Dalla Russia filtra ottimismo: “Accordo vicino”. Ma no a concessioni sui territori né su truppe Nato in Ucraina
Esteri / Trump fa causa alla BBC per diffamazione e chiede un risarcimento da 10 miliardi di dollari
Esteri / Ucraina, dopo Berlino Trump è ottimista: “Mai così vicini alla pace”. Ma resta il nodo Donbass con la Russia
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Esteri / Elena Basile a TPI: “La guerra ha ridotto l’Europa al vassallaggio. Bisogna rifondare l’Ue”
Esteri / Terre rare e altre materie critiche: la pistola della Cina puntata alla testa degli Stati Uniti
Esteri / Sudan Connection: la geopolitica del massacro tra oro, armi e interessi internazionali
Esteri / L’esperta del Gruppo di Lavoro Onu contro le Sparizioni Forzate Aua Baldé a TPI: “Le vittime registrate in Sudan non sono nemmeno la punta dell’iceberg”